Targhe con i nomi delle vittime della strada, i familiari: “Idea terribile,si pensi ad un giardino”

Che l’idea della Commissione per la Toponomastica cittadina non brillasse in termini di sensibilità era apparso piuttosto chiaro fin dall’inizio. Niente strade intitolate a persone decedute a seguito di incidenti stradali-la decisione scritta nero su bianco dalla Commissione- ma la volontà di individuare un’area in cui apporre delle targhette con nome e cognome, data di nascita e data di morte, delle persone strappate alle loro vite ed alle loro famiglie sulle strade di Siracusa. Sarebbero affisse su richiesta dei familiari, per 30 anni rinnovabili per altri 30, sempre su richiesta delle famiglie.
A commentare l’ipotesi su cui la Commissione del Comune si è espressa è oggi Deborah Lentini,responsabile provinciale dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, che non sarebbe mai stata consultata sull’opportunità di procedere in questa maniera. Le sue parole sono molto più che chiare. Le affida al suo profilo Facebook. Questo, integralmente, quanto Deborah Lentini scrive:
“Leggendo una delibera della commissione per la toponomastica cittadina di giorno 13 novembre 2023 mi è sembrato davvero molto triste apprendere che si parli di vittime della strada senza chiedere un confronto con l’associazione che le rappresenta in città- scrive la responsabile provinciale dell’AIFVS-
Non so chi abbia chiesto l’intitolazione di una via a nome di una vittima della strada, non interessa nello specifico adesso. La decisione dell’amministrazione comunale può essere condivisa o meno, anche se dopo aver fatto un giro per la città e aver trovato nomi di gente più o meno sconosciuta ci si chieda spesso quale sia il criterio utilizzato, ma aver parlato di vittime della strada senza sentire il parere dei diretti interessati è stato un atto molto triste.
Chi non è stato vittima di violenza stradale, o non è vittima secondaria- mette in evidenza Deborah Lentini- non potrà mai capire chi vive nel dolore costante tutti i giorni. Mai, e chi si permette di parlare di noi senza consultarci risulta solo un insensibile e un superficiale. E mi dispiace apprendere che la mia amministrazione, mia della mia città che amo, abbia preso delle decisioni sulle vittime della strada senza consultare l’unica Associazione, peraltro nazionale, presente in città. Non ringrazio la commissione per la toponomastica cittadina per le decisioni prese. Non ringrazio la stessa commissione per la terribile idea di una bacheca con le cornici “cm 20×15”, cito la stessa delibera, dei nostri amatissimi familiari, ma ricordo alla commissione che sono figli, coniugi, amici, nonni, genitori. Ma i componenti della commissione si sono per un attimo messi dalla parte delle vittime? Ci vogliono concedere una parete, in un luogo da stabilire, magari sperduto e internato in mezzo alle campagne dove non la vede nessuno, con le piccole targhe e i nomi dei nostri parenti? Ma voi della commissione lo fareste per vostro figlio, per il vostro compagno, per vostra moglie, per vostro padre o vostra madre? E che si cerchi di farla passare come “monito contro il ripetersi di incidenti stradali”, cito nuovamente le parole della delibera, mi sembra una delle più grosse stupidaggini sentite dalle mie orecchie negli ultimi 8 anni, da quando mio figlio è stato vittima di omicidio stradale e da quando io sono diventata vittima secondaria.
L’amministrazione comunale e questa commissione si sono mai accorte che la nostra città è piena di gigantografie dei nostri cari? Ad ogni angolo, in alcune vie più e più foto di volti felici e sorridenti, di una vita strappata senza motivo e senza potercene fare una ragione.
La commissione pensa che i familiari mettano queste gigantografie per il puro piacere di ricordare che in quel punto i nostri amori sono stati uccisi? O forse sono messi lì per ricordare alla pazza e indisciplinata cittadinanza che sulle strade ancora si muore e che le vite distrutte sono anche quelle che rimangono con gli occhi aperti e che ogni istante si devono rispettare le regole del Codice della Strada e avere rispetto di tutti?
Forse no, forse qualcuno dall’alto della propria immensa presunzione ha pensato che i familiari si possano tenere a bada con una cornice cm 20×15? E scusate se lo ripeto, ma è veramente imbarazzante per me scriverlo e forse dovrebbe esserlo di più per chi l’ha pensato.
Ce li avete i figli? Ce li avete i compagni le compagne i mariti le mogli? Ce li avete i genitori? Ce li avete i nonni le nonne gli zii le zie? Ce lo avete un amico?
Sareste felici dopo che li avete persi brutalmente sulla strada di avere la parete dei morti con le targhette cm 20×15 con, cito ancora,“l’indicazione del nome, della data di nascita e della morte” e “di stabilire che dette targhe rimangano per un periodo fissato in anni trenta, rinnovabile per altri trenta su richiesta dei familiari”?
Detto questo, ci tengo a ricordare a tutta l’amministrazione comunale che l’Associazione da anni, in collaborazione con la Polizia Stradale, si preoccupa di fare prevenzione parlando ai giovani nelle scuole, ogni anno, e tutte le volte che le scuole ne fanno richiesta durante le assemblee di istituto perché qualche alunno non è più tornato a scuola. Da anni si parla con gli adulti che appartengono ad associazione di vario tipo per parlare di prevenzione. Da anni l’Associazione riunisce i parenti delle vittime e ci si supporta amorevolmente. Noi comuni cittadini, soli, perché l’amministrazione non ci hai mai convocato ad un tavolo per capire insieme come combattere gli scontri e la violenza stradale.
Eppure siamo noi quelli che hanno subito lesioni gravissime. Lesioni al cuore irreparabili.
Ricordo inoltre alla commissione che cerca di dare un monito, che ogni anno la terza domenica di novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale in Memoria delle Vittime della Strada e celebriamo ogni anno una Santa Messa in Santuario in ricordo di tutti i nostri cari, e non mi pare di aver incontrato in quell’occasione qualcuno dell’amministrazione che crede di parlare con cognizione di vittime della strada. Nessuno che sia mai venuto a salutarci, a portare una parola di conforto, un abbraccio o una stretta di mani. Nessuno che ci abbia guadati negli occhi.
Quindi non ringrazio questa commissione né l’amministrazione comunale per la proposta di una bella bacheca dei morticini, ma rilancio l’idea di un confronto costante con la nostra associazione e l’idea di un luogo deputato, al centro della città e non in luoghi sperduti, dove si possa creare, come accade in moltissime città d’Italia, un giardino con delle panchine e uno spazio dedicato a tutte le vittime della strada -conclude Deborah Lentini- che a Siracusa purtroppo aumentano quotidianamente”.

Foto: Deborah Lentini durante un incontro con la Polizia Stradale per sensibilizzare i giovani ai temi della sicurezza stradale