Tavolo al Mimit, Legambiente chiede di partecipare: “Stop a modello industriale senza futuro”

 Tavolo al Mimit, Legambiente chiede di partecipare: “Stop a modello industriale senza futuro”

L’inserimento di Legambiente tra i componenti dei tavoli promossi dal MIMIT, il ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla questioni legate al destino della zona industriale di Siracusa. La richiesta parte dall’associazione ambientalista, che scrive al ministro Aldolfo Urso ed al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani per chiedere la partecipazione agli incontri promossi all’indomani dell’ordinanza del Tribunale del riesame di Roma che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge “salva Isab/Ias” in ordine alla propria competenza rimettendo gli atti alla Corte costituzionale.
Sullo sfondo una complessa vicenda giudiziaria che l’associazione ricorda di aver seguito fin dall’inizio anche intervenendo quale persona offesa nel procedimento penale per disastro ambientale ancora in corso dinanzi al Gip di Siracusa. “Quando lo scorso luglio lo stesso Gip non ha autorizzato la prosecuzione del trattamento dei reflui industriali da parte del depuratore, “disapplicando” il decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy del 12 settembre 2023 contenente le misure di bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e la tutela della salute e dell’ambiente-ricorda l’associazione ambientalista- Governo e aziende del petrolchimico hanno impugnato il provvedimento innanzi al Tribunale del riesame di Roma. Ecco perché la vicenda del depuratore consortile IAS è strettamente connessa al destino dell’intero polo petrolchimico e alla sua indifferibile riconversione ecologica; ed ecco perché -prosegue Legambiente -l’associazione vuole offrire il proprio punto di vista e contributo nell’ambito dei tavoli ministeriali “IAS” e“Versalis”: abbandonare un modello industriale che non ha più futuro a favore della Giusta Transizione”. Legambiente ritiene che “le scelte industriali che dovranno essere attuate nel siracusano siano un banco di prova della capacità del governo italiano e delle istituzioni regionali e locali di dotarsi finalmente di una politica industriale che offra nuove opportunità occupazionali, in cui giustizia ambientale e sociale trovino la sintesi. Una prospettiva che per realizzarsi ha bisogno del massimo coinvolgimento dei protagonisti istituzionali e sociali che operano sul territorio”. L’associazione ambientalista si sofferma anche su altri aspetti, evidenziando che altre realtà siciliane, come Milazzo e Gela, attendono ancora di essere riconvertite, alla stregua di quanto accaduto per Termini Imerese e altre aree industriali dismesse, anche di minore entità, che “potranno trovare opportunità di rilancio negli impianti a servizio dell’economia circolare e nell’ implementazione delle catene di approvvigionamento delle tecnologie a servizio delle energie rinnovabili, anche attraverso il supporto dei porti siciliani, così come avverrà a partire dal Porto di Augusta-conclude Legambiente- con lo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.”

 

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