Teatro greco, la relazione archeologica: "nessuna criticità a seguito degli spettacoli"
Tra i documenti che dimostrerebbero come gli spettacoli ed i concerti non abbiano arrecato alcun danno al teatro greco di Siracusa, c’è la relazione firmata dall’archeologa specializzata che ha seguito quotidianamente l’attività di allestimento dell’antica cavea fino al termine della stagione 2022, su mandato dalla Fondazione Inda e come richiesto dagli uffici dei Beni Culturali.
Quasi duecento pagine, corredate da report fotografico e giornaliero delle operazioni svolte, dello stato dei luoghi e le relative annotazioni. Il documento è tra quelli in possesso dell’assessorato regionale – che pure sta valutando di allestire l’Ara di Ierone per i concerti – ed è oggetto di alcune richieste di accesso agli atti presentate anche dal Comitato per la tutela del teatro greco di Siracusa.
Il 5 ottobre del 2022 veniva smontano l’ultimo elemento della struttura protettiva con cui si allestisce il monumento per gli spettacoli. Un’armatura protettiva di tubi innocenti, legno, sacchi di sabbia lavica e telo geotermico per assicurare la massima protezione, anche ignifuga. I controlli sono scrupolosi ed avvengono alla presenza anche di archeologi della Soprintendenza di Siracusa, del Parco archeologico e rappresentanti della Fondazione Inda che si prende cura del teatro durante la stagione degli spettacoli. “Sul monumento non si rilevano criticità a seguito degli spettacoli della stagione appena terminata, né a seguito delle attività di smontaggio”, si legge nella relazione conclusiva. “Viene, tuttavia, sottoposta all’attenzione dei funzionari la questione relativa alle griglie e ai telai presenti lungo i fossati e ricoperti di ruggine che certo non giovano al monumento. Altro punto discusso, elementi architettonici presenti all’interno della cripta Ovest che, nonostante durante il periodo di concessione vengano coperti con geotessuto e protetti con delle scatolature, sono in disfacimento”. I segnali di deterioramento ci sono, quindi. Ma come diversi esperti hanno asserito, in particolare il geologo Pippo Ansaldi, sono riferibili all’esposizione continua del teatro agli agenti atmosferici più che al carico antropico. Insomma, se è vero che un restauro certo non guasterebbe all’antica cavea va però anche detto che non serve a causa di presunti danni (“non si rilevano criticità”) arrecati dalla struttura protettiva dei gradoni o dai decibel. A conferma di questa tesi, basti leggere anche la note descrittive redatte a febbraio 2022, quando iniziarono i lavori per l’allestimento del teatro: “in generale su buona parte del monumento si segnala la presenza di varie lesioni che non erano presenti alla fine dello smontaggio a ottobre 2021”. Da ottobre 2021 a febbraio 2022, però, non ci sono spettacoli o concerti al teatro greco. Avvengono, invero, piogge intense e torrenziali, burrasche (medicane Apollo) e forte umidità. Che siano questi fattori ad aver dato origine a quelle “varie lesioni” che “non erano presenti alla fine dello smontaggio a ottobre 2021”? E’ quanto sembra suggerire, indirettamente, la relazione in possesso degli uffici palermitani.
Sono circa 50 le prescrizioni imposte dalla Soprintendenza e da seguire, dietro rigido controllo, quando si allestisce il teatro. Ad esempio, “nessun piedritto dovrà poggiare sui blocchi o sugli angoli in quanto potrebbero compromettere la stabilità sia dei blocchi sia del banco roccioso su cui è scavato il monumento”. Ordinato ed approvato dalla Soprintendenza anche l’utilizzo di geotessuto da stendere sulla pietra e sui gradoni a scopo protettivo, nel proscenio il ricorso anche a sacchi di iuta con sabbia lavata, basetta lignea, basetta in ferro e rete tubolare zincata.