Telenovela Caravaggio, il balletto del rientro. Dracma: "non si gioca con i beni culturali"
“Quanto replicato dal Fec alle richieste del presidente del Mart ci restituisce la certezza di aver sempre bene interpretato ciò che stava accadendo relativamente alla restituzione del Seppellimento di Santa Lucia. Chi si è assunto la responsabilità di disattendere gli accordi stipulati per il rientro tra Mart, Fec e Soprintendenza, beninteso su richiesta dello stesso Museo trentino, dovrà renderne conto a chi di dovere. E noi saremo lì. A vigilare”. Inizia così la nota con cui l’associazione culturale Dracma commenta le ultime notizie sul balletto circa la data di rientro del Caravaggio, attualmente in prestito al Mart di Rovereto e da cui dovrebbe partire “tempestivamente”, secondo il Ministero dell’Interno, per ritornare a Siracusa.
“Non si gioca con i beni culturali, né si possono intendere come fossero ‘cosa propria’. Questo è ciò che da questa triste storia finora emerge”, scrive ancora il presidente di Dracma, Giovanni Di Lorenzo, da sempre tra i più critici verso una operazione di prestito e tutela che ha, però, presentato anche elementi positivi. Lo è, ad esempio, il prossimo posizionamento dell’opera nella chiesa della Borgata per cui era stata concepita, dopo i lavori per il sistema anti-intrusione e di videosorveglianza possibili grazie ai fondi messi a disposizione dal Mart, come loan fee per il prestito.
Ma nelle ultime ore si è appreso che il museo trentito rivorrebbe indietro dal Fec una quota parte di quei soldi, per via dello sfortunato esito del prestito a causa della chiusura dei musei disposta con Dpcm per via dell’emergenza sanitaria.
“La richiesta restituzione del loan fee, poi, pone un definitivo sigillo su quelle che erano, fin dall’inizio, le reali intenzioni di tutela del Caravaggio siracusano”, si legge sempre nella nota di Dracma. “Auspichiamo che il Fec non voglia, ancora una volta, dare seguito a provocatorie richieste di restituzione del loan fee”, la presa di posizione dell’associazione culturale che – a torto o a ragione – è stata nelle ultime settimane molto attenta ai risvolti di una delle più discusse e agitate operazioni di prestito culturale degli ultimi tempi, almeno per Siracusa.
Pochi giorni fà, Dracma ha presentato un nuovo esposto in Procura chiedendo alla magistratura di valutare l’adozione di misure cautelari (sequestro, ndr) per il dipinto.