Temperature roventi, rischi per chi lavora all’aperto: “Imprese attivino cassa integrazione per caldo”
Estate subito torrida, con temperature sopra le medie di stagione in provincia di Siracusa. E si ripresenta il tema dei cantieri all’aperto. Quando bisogna interrompere i lavori di un cantiere edile o sulla strada o all’aperto nella zona industriale? La norma da una indicazione precisa: si avvia la cassa integrazione “per caldo” quando si superano i 35 gradi centigradi ed il tasso del 50% di umidità. Lo scorso anno, secondo i dati della Fillea Cgil, sono state meno del 20% le imprese edili che hanno richiesto giornate di cassa integrazione per caldo, pur avendo vissuto una delle estati più roventi di sempre. Il tema, è chiaro, coinvolge anche aspetti di sicurezza, considerando l’esposizione del lavoratore ad un rischio potenziale come quello delle ondate di calore.
“Abbiamo un grande problema di sensibilità sulla questione, prima ancora che di rispetto della norma”, spiega il segretario provinciale della Fillea Cgil, Salvo Carnevale. “Si deve maturare la consapevolezza che lavorare a quelle temperature non è può ridursi al problema di chi paga la giornata (che poi sarebbe Inps, cassa integrazione per eventi atmosferici). C’è un alto livello di consapevolezza verso il rischio nella zona industriale, unico sito dove si staccano davvero le attività quando c’è un’ondata di calore. Fuori dalla cinta industriale inizia il problema. Non viene vista di buon occhio l’interruzione delle produzioni e di conseguenza del guadagno. Ma prima del profitto bisogna guardare alle condizioni di sicurezza”, puntualizza Carnevale.
Da luglio ad agosto i parametri di temperatura e umidità sono spesso superati nel siracusano. Questo potrebbe comportate, in linea teorica, uno stop complessivo di tutti i cantieri all’aperto. “Stiamo tentando un’operazione che coinvolga tutte le istituzioni, a partire dall’Inail. Tutti attorno ad un tavolo per discutere di come modificare l’orario di lavoro e di nuove linee guida che contribuiscano ad aumentare la conoscenza del tema. A mio avviso – spiega ancora il segretario della Fillea Cgil – non è un tabù parlare di orari antincipato o posticipato per le attività di cantiere. Il mio sindacato è d’accordo. Di fronte al tema sicurezza, l’orario di lavoro è modificabile. Vanno però trovate contromisure e adattamenti”.
Per chi intanto lavora sotto il sole cocente di questi giorni – in attesa che la questione venga definita a livello provinciale – alcuni consigli: una pausa di 10 minuti almeno ogni ora, in un’area fresca ed all’ombra del cantiere. E disponibilità continua di acqua da bere e per rinfrescarsi.