Terapia intensiva sotto pressione: posti occupati, solo covid
In piena emergenza covid, la Regione aveva promesso 571 nuovi posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Ma ad oggi ne sono stati completati appena 95. E’ uno dei dati emersi dalla relazione della commissione Sanità dell’Ars che ha acceso i suoi riflettori su questo aspetto della pandemia.
Entro il 31 marzo la Regione siciliana, ente attuatore del piano statale, prevede di completare altre 232 posti letto. Ma si viaggia ancora in ritardo sui tempi previsti, emerge sempre dall’analisi della commissione.
Di questi 232 posti letto, 12 riguardano la provincia di Siracusa (Umberto I di Siracusa e Di Maria di Avola per terapia intensiva, Trigona di Noto per sub intensiva).
Oggi l’ospedale del capoluogo conta 13 posti letto in terapia intensiva. Agli 8 ordinari se ne sono aggiunti 5 ricavati nei locali del vecchio pronto soccorso. Sono tutti destinati ai casi covid, per una precisa scelta che ha “eletto” l’Umberto I a nosocomio covid della provincia. Se, quindi, un paziente in regime di ricovero ordinario in uno dei reparti della struttura sanitaria dovesse aggravarsi e necessitare del ricorso alla rianimazione, non vi sarebbe alternativa al trasferimento in altro ospedale, nella stragrande maggioranza dei casi. Come è accaduto pochi giorni fa ad un ragazzo siracusano vittima di incidente stradale: sottoposto ad intervento chirurgico, ha accusato un peggioramento che ha richiesto il ricorso alla terapia intensiva, ma a Taormina. Anche perchè, poi, la rianimazione di Siracusa è piena.
Dall’inizio dell’anno, tutti e 13 i posti sono costantemente occupati da positivi intubati. Se ne parla poco, presi come siamo solo dai grandi numeri del contagio. Ma il vero termometro dell’emergenza lo si respira nel delicato reparto della rianimazione aretusea, dove medici e 32 infermieri combattono per evitare l’epilogo fatale dell’infezione. Sono pochi rispetto alle necessità e nonostante i “rinforzi” dell’ultimo anno, poi destinati ad altri reparti. Si dividono in tre turni quotidiani, bardati di tutto punto: tuta, visore e mascherina per 7 ore nei turni della mattina e del pomeriggio, 10 per quello della notte.
I familiari delle persone intubate non possono accedere al delicato reparto. Niente contatti, se non telefonicamente con i medici, durante giornate di ansia indicibile.
Secondo fonti sanitarie, un ricoverato in terapia intensiva a Siracusa vi rimane in media per 7/8 giorni. “E per pochi riesce il miracolo”, spiega amaro chi lì lavora. Attualmente, è la fascia 55-65 anni quella con il maggior numero di pazienti in rianimazione. Nell’83% dei casi di tratta di persone non vaccinate.
Un uomo di Siracusa, una donna di Portopalo, un signore di Francofonte: sono le vittime di questi ultimi giorni.