Termoutilizzatore in provincia di Siracusa? Cresce il fronte del si. Legambiente: “non è la soluzione”

 Termoutilizzatore in provincia di Siracusa? Cresce il fronte del si. Legambiente: “non è la soluzione”

Per uscire dall’emergenza perenne del sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia, la Regione ha ribadito la necessità di dotarsi di due termoutilizzatori. Un concetto che il presidente Musumeci ha reso ancor più esplicito nei giorni scorsi, durante la sua visita a Siracusa. Ed anche i sindaci del siracusano, pur se con qualche sfumatura, non sono contrari in linea di principio alla soluzione proposta. Peraltro c’è chi, come il deputato regionale Cafeo, chiede espressamente che il termoutilizzatore venga realizzato in provincia di Siracusa dove la zona industriale sarebbe già pronta ad ospitare anche questa nuova realizzazione.
Il mondo ambientalista, però, guarda con preoccupazione crescente alla strada che la Sicilia e la provincia di Siracusa paiono aver imboccato. “L’incenerimento dei rifiuti non è la soluzione al problema della cattiva gestione dei rifiuti”, tuona Legambiente. “Non lo è per affrontare l’attuale emergenza, se solo si considera che ci vorrebbero alcuni anni per progettare, autorizzare e costruire impianti che, semmai, servirebbero oggi. Ma più in generale i termovalorizzatori non sono una soluzione poiché l’incenerimento irrigidisce l’intero sistema della gestione rifiuti e allontana gli obiettivi di riciclo imposti dall’Unione Europea: gli obblighi del pacchetto legislativo europeo sull’economia circolare prevedono il riciclaggio al 70% entro il 2030, ciò significa che sarà necessario differenziare almeno l’80% della spazzatura urbana. Senza tralasciare lo smaltimento in discarica del 30% in peso dei rifiuti inceneriti”, argomenta Paolo Tuttoilmondo.
Allora cosa fare? “Quello che serve è una gestione del ciclo integrato dei rifiuti che proceda spedito nella direzione dell’economia circolare; dunque, incremento della raccolta differenziata, semplificazione e accelerazione delle procedure per l’autorizzazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti differenziati, realizzazione dei centri comunali di raccolta, compostaggio di comunità e riduzione della produzione dei rifiuti”.
Ma in Sicilia scarseggiano gli impianti di trattamento dell’organico e questo espone i Comuni al pagamento di esorbitanti costi di conferimento che appesantiscono la Tari. “Per perseguire l’obiettivo di rifiuti zero o almeno per raggiungere quote di raccolta differenziata dell’80%, che renderebbe meno problematico lo smaltimento del residuo non differenziato, abbiamo bisogno di mille impianti in tutta la Sicilia a servizio della raccolta differenziata, per recuperare e riciclare i rifiuti in materia prima seconda. In quest’ottica – prosegue Legambiente Siracusa – sarebbero sicuramente utili impianti di pretrattamento a freddo con recupero di materia, che accompagnino le buone pratiche del ciclo dei rifiuti, cioè riduzione, raccolta domiciliare e riciclo, al contrario di un inceneritore. Un impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB ) riduce fino al 75% la frazione dei rifiuti indifferenziati recuperando da essi altro organico, plastica, carta, vetro, metalli, ecc. Ciò vuol dire che la provincia di Siracusa, che produce annualmente circa 190.000 tonnellate di RSU, nel caso si raggiunga l’attuale livello obbligatorio di 65% di R.D., dovrebbe inviare al TMB la restante parte di rifiuti indifferenziati (35%) pari a circa 66.000 tonnellate dai quali verrebbero sottratti i materiali sopracitati (75% di 66mila = 49.500 tonn.) e quindi rimarrebbero circa 16.500 tonnellate di residuo simil-inerte da avviare a discarica o a un trattamento più spinto per recuperare ancora qualche materiale. Come si vede non ha alcun senso parlare di inceneritori per quantitativi molto modesti di simil-inerti. Dal TMB si recupera materiale dal quale con opportuni trattamenti si ottiene il CSS di qualità, combustibile solido secondario, che può essere impiegato nelle grandi centrali termiche in sostituzione di carbone e petcoke”.
Da alcuni anni in Sicilia però non ci sono progetti autorizzati per nuovi impianti di trattamento e recupero dei rifiuti. “Se non vogliamo creare altre emergenze e vanificare l’impegno di milioni di cittadini e di centinaia di comuni siciliani che in questi due anni hanno consentito alla Regione di incrementare di oltre il 20% la raccolta differenziata, le SRR devono in fretta individuare i progetti necessari per l’ambito e la Regione deve autorizzare, altrettanto in fretta, gli impianti già proposti conformi alle norme vigenti e in linea con le tecnologie più avanzate”, l’avviso che parte dall’associazione ambientalista.

 

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