Tritolo sequestrato, lo Sdai oggi a Siracusa per farlo brillare
Sono stati fatti brillare oggi i due chili di tritolo rinvenuti e sequestrati dalla Polizia Marittima della Capitaneria di Porto di Siracusa nella zona di Calabernardo e sui cui sta lavorando la Procura della Repubblica, nell’intento di trovare delle risposte ai diversi punti interrogativi che ruotano attorno al rinvenimento. Mentre le indagini fanno il loro corso, sono stati gli uomini del nucleo Sdai, il servizio difesa antimezzi insidiosi di Augusta a far brillare l’esplosivo, operazione particolarmente delicata. L’intervento è stato portato a termine al largo delle coste siracusane, a circa tre miglia dall’imbocco del porto di Siracusa. Il sequestro dei due chili di tritolo è subito stato ritenuto anomalo , per quantità, perchè si possa pensare solo alla pesca di frodo. Il sospetto degli investigatori è che il materiale esplosivo potesse essere destinato alla criminalità organizzata per compierà chissà quale azione delittuosa. Il capitano Luca Sancilio, comandante della Capitaneria di Porto di Siracusa, nel corso di una conferenza stampa, ha ripercorso le fasi salienti delle indagini che hanno condotto al rinvenimento e al sequestro del tritolo. Tutto è partito dalla segnalazione, da parte di alcuni cittadini, di frequenti esplosioni nella zona di Calabernardo. “I nostri uomini -spiega Sancilio- hanno individuato dei luoghi in cui alcune persone, non ancora identificate, erano solite nascondere del materiale esplodente, probabilmente proveniente da un relitto sommerso, ancora in fase di ricerca. Si può ritenere verosimile l’ipotesi che l’esplosivo dovesse servire per portare a compimento eventi criminosi”. E’ stata la Procura a disporre la distruzione del tritolo. Per l’operazione, lo Sdai si è avvalso dell’ausilio della motovedetta CP 735 di Siracusa.