Un premio per Carlo Staffile, direttore del parco archeologico in odore di avvicendamento

 Un premio per Carlo Staffile, direttore del parco archeologico in odore di avvicendamento

Il comparto turistico siracusano ha consegnato un riconoscimento a Carlo Staffile, direttore del Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. Albergatori, ristoratori, guide turistiche e tassisti hanno voluto così sottolineare il loro gradimento verso l’operato di Staffile.
“Un riconoscimento – ha spiegato Giuseppe Rosano – per il prezioso lavoro da lui svolto, a tutela del nostro straordinario patrimonio archeologico. Un attestato significativo che desidero indirizzare alle istituzioni cittadine e regionali, nonché all’opinione pubblica, affinché colgano il merito delle azioni messe al servizio della cultura”.
Staffile, emozionato, ha ringraziato per il riconoscimento. “Spero di poter proseguire quanto intrapreso da un anno e mezzo e che ha dato i suoi frutti, anche per merito del mio staff che ringrazio”. Un commento non casuale, mentre a Palermo si sta discutendo della sua sostituzione, poco meno di due anni dopo la nomina. Già pronto il nome del nuovo direttore, notizia a cui manca solo il crisma dell’ufficialità.
Ma l’avvicendamento, non esattamente programmato, ha destato una certa sorpresa. Carlo Staffile ha riaperto la grotta dei Cordari, ottimizzato le operazioni di pulizia e diserbo ed aumentato le iniziative del parco. Anche per questo, è nato questo estemporaneo ma significato riconoscimento.
Il premio è stato creato dall’artista Stefania Pennacchio, presente, ieri sera, insieme con il sindaco di Siracusa, Francesco Italia e l’assessore comunale alla Cultura, Fabio Granata. “Si tratta di una tavoletta – ha spiegato l’artista – ispirata a una frase di Socrate che ci fa riflettere molto: ho gettato via la mia tazza quando ho visto un bambino che beveva al ruscello dalle proprie mani. E, in tempi come i nostri, è bellissimo pensare che possiamo relazionarci agli altri senza sovrastrutture ma con semplicità e con umanità, che è il valore più grande che dobbiamo coltivare”.

 

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