Una foca Monaca al Plemmirio, entusiasmo al consorzio Amp: “Campionamenti per rilevarne il Dna”

Pochi secondi, qualche immagine “rubata”, ma che sembra particolarmente significativa e che lascia spazio all’ottimismo. La foca avvistata nelle acque dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, nella zona del varco 29, in via degli Zaffiri, poco distante dalla statua della Sirena è una Monachus Monachus, la Foca Monaca Mediterranea e vederla nel mare di Siracusa significa che la qualità di quelle acque è tale da risultare invitante per una specie particolarmente esigente dal punto di vista dell’habitat da scegliere per sé e per gli eventuali piccoli. Al consorzio di gestione del Plemmirio, presieduto da Patrizia Maiorca l’entusiasmo è alle stelle. Non è la prima volta, è successo anche due anni fa, ma in quest’occasione gli esperti dell’Amp hanno a disposizione un kit messo a disposizione da un prestigioso ateneo italiano, che potrebbe risultare prezioso ai fini dello studio della foca Monaca “intercettata” da un diportista e subito filmata e segnalata.
“Quello che abbiamo visto è molto importante- spiega Patrizia Marioca- anche se non ancora significativo di una residenza stabile della Foca Monaca nelle acque del Plemmirio. L’esemplare potrebbe essere venuto a sondare, ad esempio, l’ambiente, per verificare che ci sia la tranquillità adatta, visto che nella zona di Capo Murro di Porto, ci sono tante grotte che potrebbero essere ideali anche per un’eventuale nidificazione, soprattutto laddove, in fondo alla grotta, ci sono posti asciutti in cui possa sostare”. Uno scenario di cui, almeno in teoria, l’Area Marina Protetta del Plemmirio dispone. Le valutazioni, tuttavia, in questo caso, non sono di certo affidate alla specie umana.
“Noi speriamo davvero che l’animale visto nel nostro mare lo abbia scelto come residenza stabile- continua la presidente Maiorca- Se le condizioni del mare lo consentiranno (oggi non sono delle migliori) andremo subito, con i kit che ci sono stati consegnati e che rilevano il Dna della foca, a condurre le analisi del caso. E’ necessario che non passi troppo tempo dall’avvistamento in questi casi, altrimenti il dna si “diluisce” e diventa difficile e poi impossibile rilevarlo”. A prescindere da tutto “Quella che stiamo commentando- conclude Patrizia Maiorca- è in ogni caso una cosa bellissima. Oggi il cielo è grigio ma io sono piena di sole dentro, siamo veramente felici di quanto si è verificato. Premia il nostro impegno e ci spinge a proseguire con sempre maggiore determinazione e passione”. Il responsabile del Servizio Scientifico e Attività in Mare, Gianfranco Mazza non ha alcun dubbio sul fatto che l’avvistamento riguardi una Foca Monaca e ne gioisce per tutto quello che questa presenza, fugace o stabile, significa.