Undici giorni di ricerche e di speranza, ma Rosario era precipitato da via Delfica
“Ciao, Rosario” e il simbolo di mani giunte in preghiera. Poche parole e tanto dolore nella comunità per disabili psichici che ospitava il 53enne trovato ieri senza vita, a Siracusa. Lungo tutti questi undici giorni di ricerche, hanno sperato e pregato. Si sono sempre sforzati di usare verbi al tempo presente parlando di Rosario, tenendo lontana almeno con le parole la più grande delle paure.
Ma purtroppo Rosario non c’era più, già in quei giorni col cuore in gola e la speranza nell’anima. Secondo una delle prime ricostruzioni, infatti, il decesso risalirebbe alle prime ore della scomparsa. Un dettaglio che verrà chiarito dall’autopsia disposta dalla Procura di Siracusa. Invero, anche la prima ispezione cadaverica avrebbe lasciato pochi dubbi sul momento del decesso, risalente a diversi giorni prima, stante lo stato del corpo senza vita.
Da via Delfica, alle spalle della piscina Caldarella, Rosario è caduto, o forse si è lasciato cadere. Difficile anche per gli investigatori dirlo con certezza. Il volo, da quella che per molti siracusani è la Sibbia, non gli ha lasciato scampo.
A trovare il corpo, nel pomeriggio di ieri, sono stati i Vigili del Fuoco. La squadra di specialisti da giorni è costantemente impegnata nelle operazioni di ricerca su base urbana, avviate 48 ore dopo la denuncia della scomparsa. Stavano battendo palmo a palmo un nuovo riquadro della grande Latomia dei Cappuccini. Da un cespuglio, hanno notato delle scarpe. Il resto è cronaca.
C’erano già state ricerche condotte all’interno della Latomia, anche con cani molecolari e poi dall’alto con l’elicottero dei Vigili del Fuoco. Ma la complessa conformazione dell’area e l’ampiezza della zona di ricerca non avevano ancora reso possibile il ritrovamento. Sino ad ieri.
Ironia della sorte, oggi dovevano essere distribuiti volantini per aiutare le ricerche. Operazione della Protezione Civile, ovviamente sospesa.
Come è stato cercato Rosario in questi giorni? Il dispositivo coordinato dalla Prefettura di Siracusa, con la guida dei Carabinieri e un ampio coinvolgimento di risorse del territorio, ha combinato la fase di investigazione con le vere e proprie ricerche sul campo. Ricerche complesse perché svolte in zona urbana e quindi ricca di punti “ciechi” come palazzo, scantinati, garage e molto altro. Prima si è scelto di perlustrare la zona della costa, dalla pista ciclabile fino al porto Grande. Se fosse caduto in mare, le correnti avrebbero potuto sospingerlo lì da qualche parte, tra grotte e calette. Poi ci si è mossi verso le zone interne, compresa la latomia dei Cappuccini, scandagliata in ogni anfratto, sino al ritrovamento.
Con il passare dei giorni, si erano assottigliate le speranze di ritrovare in vita Rosario. Nessuna traccia nelle immagini delle telecamere, nessuna segnalazione da bus o treni.