Viadotto di Targia, sette anni dopo: demolire o consolidare? Prove di dialogo Regione-Comune
Era il 2013 quando il viadotto di Targia divenne un osservato speciale. Le sue condizioni e la necessità di consolidamento spinsero a decisioni forti. Prima il restringimento di carreggiata ed il divieto di transito per i mezzi pesanti. Poi la chiusura nel 2015 e la costruzione della parallela bretella comunale che garantisce ad oggi il deflusso del traffico in entrata ed in uscita dalla zona nord del capoluogo.
Il viadotto è rimasto chiuso e le sue condizioni continuano a deteriorarsi. Negli anni scorsi si erano moltiplicate le notizie circa la disponibilità di fondi per i lavori necessari per la sua riapertura. La Protezione Civile regionale aveva predisposto anche il progetto di intervento, per circa 6 milioni di euro. Ma nulla si è poi fatto. E il viadotto di Targia continua ad essere chiuso.
All’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, abbiamo chiesto cosa è possibile fare per riportare quell’opera tra le priorità. “Decida Siracusa se demolire o consolidare, la Regione è pronta”, spiega l’esponente della giunta Musumeci.
Il Comune di Siracusa ha in realtà già scelto. “Non può restare quella struttura abbandonata, così come è ormai da anni”, spiega il sindaco Francesco Italia. “La Regione ci metta a conoscenza dei costi dell’operazione. Avevo già chiesto queste informazioni all’assessore Falcone. Perchè se consolidarlo dovesse costare troppo, allora senza dubbio daremmo il via libera alla demolizione. Ma se la differenza tra un intervento e l’altro dovesse essere contenuta, è innegabile che converrebbe alla città poter mantenere un collegamento solido attraverso il viadotto di Targia. Per quanto la bretella realizzata dal Comune in questi anni ha supplico perfettamente alla chiusura di quel manufatto”.