Vicenda Ias, Alosi (Cgil): “La decisione del governo nazionale e regionale rischia di essere inutile”

“La decisione assunta dal Governo Nazionale e Regionale di istituire un tavolo tecnico-giuridico congiunto, al fine di valutare se esistono ulteriori percorsi di contrapposizione alla decisione della Magistratura in merito alla vicenda IAS, rischia di essere una scelta inutile e perdente per tutti”. A dirlo è il segretario provinciale Cgil Siracusa Roberto Alosi. Nella giornata di ieri si è tenuto a Palazzo Piacentini, a Roma, il tavolo con tutte le forze produttive e sindacali del territorio e gli enti locali sul futuro dell’area industriale di Priolo Gargallo, convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Regione Siciliana. La decisone di convocare un vertice a Roma è arrivata dopo le decisioni del Tribunale del Riesame di Roma in merito all’ordinanza del Tribunale Siracusa, che hanno così bloccato la prosecuzione delle attività del depuratore Ias di Priolo Gargallo, compromettendo le operazioni di aziende di primaria importanza come Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol. Per giungere a un nuovo pronunciamento dell’autorità giudiziaria, è stata costituita una task force tecnica tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Regione Siciliana, che raccoglierà e analizzerà gli aggiornamenti sulle emissioni del depuratore che, dalle recenti rilevazioni, condotte dai gestori dei singoli stabilimenti industriali e da ARPA Sicilia, indicherebbero un trend positivo sui valori dei reflui industriali. La task force fornirà tutti gli elementi utili per sollecitare un nuovo pronunciamento del GIP di Siracusa, al fine di consentire la prosecuzione delle attività del depuratore IAS S.p.A. di Priolo Gargallo e il completamento degli interventi necessari per l’adeguamento degli impianti di trattamento delle acque entro i primi mesi del 2026.
“Anziché provare a recepire i rilievi della Corte, condividendone la praticabilità nell’ambito di un cronoprogramma condiviso e rispettoso del dettato legislativo e individuare le risorse pubbliche e private necessarie a realizzare nei tempi previsti le prescrizioni indicate, – commenta Alosi – i Governi Nazionale e Regionale, scelgono di portare fino il fondo il conflitto fra i due poteri. Cavalcare lo scontro e puntare il dito contro la magistratura, considerata l’unica responsabile della paventata chiusura dell’IAS, è una scelta politica sbagliata dal vago sapore propagandistico che rischia di scaricare sulla pelle dei lavoratori e del territorio una partita giocata su campi diversi e niente affatto nobili. Rimaniamo convinti della possibilità di trasformare la profonda crisi nella quale ci troviamo in una opportunità di rilancio per l’intero Polo industriale ma serve una seria politica di sistema in grado di elaborare credibili piani di riconversione energetica ed ecologica a partire dalla riqualificazione e dal rilancio dell’impianto IAS funzionale all’intero assetto produttivo. Occorre sapere con chiarezza chi fa che cosa e chi mette le risorse pubbliche e private necessarie per rispondere alle esigenze ambientali rilevate dalla magistratura. Non ci convince l’idea di aggirare l’ostacolo mandando in soffitta la scelta di mantenere un unico punto di trattamento a controllo pubblico (l’ IAS è di proprietà della Regione Sicilia) per tutti i reflui industriali e non solo industriali e procedere alla costruzione di singoli impianti di depurazione privati, uno per ogni grande azienda, che moltiplicano il numero di sbocchi a mare e che scardinando la reciprocità produttiva dei vari siti e l’unicità del controllo pubblico dell’insieme degli scarichi. Per queste ragioni, chiediamo ai governi nazionale e regionale e al sistema delle imprese di rivedere la rigidità delle proprie posizioni, di rispondere positivamente ai rilievi della magistratura e di aprire interlocuzioni proficue e mediate nell’interesse dei lavoratori e del territorio”.