VIDEO. Intervista a Pippo Gianni: "Colpevole di aver aiutato il territorio"
In più momenti l’emozione frega un brutto colpo a Pippo Gianni. Durante la sua conferenza stampa, dopo 110 giorni ai domiciliari, deve fermarsi in più occasioni. Gli occhi gonfi, la mano portata alla bocca. Ma in mezzo ai singhiozzi riesce a piazzare anche le sue note stilettate. Come quando, quasi ad effetto, dice che “un sindaco deve occuparsi delle persone in difficoltà del suo territorio, dei poveri e dei disoccupati. Se è un reato, allora sono colpevole”.
Il processo che inizierà a marzo? “È un processo alla politica ed ai sindaci. Se continua così, nessuno vorrà più fare il sindaco”.
Ipotesi ricandidatura. “Non lo escludo, ma solo dopo esame della vicenda giuridica con i miei avvocati. Non voglio intralciare l’iter. Se la candidatura non disturba e non viene interpretata come arroganza ma come servizio, può essere che cederò alla tentazione di candidarmi”. E pochi istanti dopo: “Io mi sarei candidato da sindaco anche ai domiciliari, se solo il mio avvocato non mi avesse spinto a dimettermi. Sarei rimasto ai domiciliari e mi sarei candidato”.