"Visitate la Sicilia" e il Washington Post mette in copertina Siracusa: "da vedere"
Sorpresa, c’è Siracusa sul Washington Post. In un lungo articolo in apertura della sezione Travel, si parla della Sicilia come meta per i turisti d’oltreoceano. Indicativo il titolo, “Perchè la vostra prossima vacanza dovrebbe essere in Sicilia” (Why your next vacation should be in Sicily). E proprio sotto il titolo ecco la foto di Ortigia, uno scorcio tra il ponte Santa Lucia ed il verde di via dei Mille.
Di Siracusa si parla anche nell’articolo di Carol Sottili. Anzi, è la prima scelta quando si tratta di tracciare un itinerario per chi visita l’Isola per la prima volta. “La storica città e l’adiacente isola di Ortigia offrono finestre attraverso i secoli: il teatro greco, l’anfiteatro romano, il tempio di Apollo, l’Ara di Ierone, l’Orecchio di Dionisio e il Museo archeologico. Non perdete il mercato di Ortigia e la cattedrale barocca di piazza del Duomo”, appunta la giornalista. Solo dopo Agrigento, Palermo, l’Etna e Taormina. Siracusa, Noto e Pantalica finiscono invece inserite nel giro suggerito a chi vuol ritornare in Sicilia.
Nell’articolo anche qualche luogo comune, come quando si suggerisce di utilizzare qualche parola del dialetto siciliano (“salutamu” al posto di “ciao”) per comunicare anche se “l’italiano è compreso”. Si prova a smentire anche il “mito prevalente” per cui Sicilia è uguale mafia. “Tutti quelli che vivono in Sicilia sono ‘sperti’ (…), ma anche quando Cosa Nostra comandava in Sicilia, la stragrande maggioranza della popolazione non ne faceva parte. Piuttosto erano sottomessi dalla criminalità organizzata. La mafia siciliana esiste ancora, ma molti sperano che sia in declino”.