Voragine al lungomare Vittorini, via ai lavori. L'esperto: "Georadar, controlli e manutenzione"
Sono cominciati i lavori in lungomare Vittorini, a Siracusa. L’obiettivo dichiarato è di riuscire a “chiudere” in una settimana la voragine che si è aperta sulla sede stradale a causa di un ingrottamento sfuggito ad ogni controllo. L’azione del mare ha sfinito per svuotare quel tratto di strada e l’asfalto, ridotto a semplice membrana, è venuto già alla prima sollecitazione.
La Protezione Civile ha disposto un primo controllo visivo dello stato di salute dei muraglioni di Levante, più esposti alle mareggiate. Con un gommone, i tecnici del settore comunale e quelli regionali prenderanno visione delle condizioni delle pareti che reggono strade e marciapiedi di Ortigia, lungomare.
L’ingegnere Sebastiano Floridia, coordinatore della Rete delle Professioni ed ex presidente dell’Ordine degli Ingegneri, è un’autorità in materia. A lui abbiamo chiesto se si poteva prevedere quanto è accaduto. “Non credo si potesse prevedere. Si tratta di un evento eccezionale come ne capitano di simili in diverse città. L’importante adesso è agire subito per ripristinare muraglione e strada”, spiega Floridia.
Quella voragine è comunque un campanello d’allarme e riporta al centro le esigenze di controllo e manutenzione dei bastioni che difendono Ortigia. “Suggerisco almeno due controlli all’anno, prima e dopo la stagione dei marosi o comunque ogni sei mesi. Il primo controllo può anche essere solo visivo ma dopo la stagione delle mareggiate può essere utile il ricorso al georadar”, il parere dell’ingegnere siracusano.
Quello strumento, meglio di droni con fotocamera termica o laser, restituisce una fotografia affidabile dell’interno del muraglione. Insomma, evidenzia eventuali “vuoti” nel materiale di riempimento o la presenza di camere d’aria. “Personalmente, consiglierei il ricorso al georadar sin da questa fase di verifiche sui muraglioni di Levante, maggiormente esposti al forzante delle mareggiate”, il parere dell’esperto Floridia.
Ma come difendere per il futuro le barriere di Ortigia? “Non serve ragionare di nuovi frangiflutti o barriere soffolte. Ci sono già e fanno la loro parte. Il problema nasce se per cinquant’anni non si fanno controlli e lavori di ordinaria manutenzione sui muraglioni”, avvisa l’ingegnere.