Voto di scambio con la mafia, archiviazione a Catania per Pippo Gennuso
“Ho sempre avuto fiducia nei magistrati. Sapevo che sarei uscito a testa alta da questa vicenda, perché nella mia vita ho sempre agito con trasparenza”. Così l’ex deputato regionale Pippo Gennuso commenta l’archiviazione del procedimento a suo carico, scaturito da una inchiesta della Dda di Catania su presunto voto di scambio con la mafia. Gennuso venne tratto in arresto nell’aprile del 2018 e per via di quella misura cautelare dovette lasciare il seggio all’Ars.
Secondo l’accusa, vi sarebbe stato un accordo a base di elargizioni in denaro tra Gennuso e gli altri indagati, ritenuti esponenti del clan Crapula, per ottenere i voti necessari per il seggio all’Ars. Ma il Gip del Tribunale di Catania, nel decreto di archiviazione, ribadisce “che l’attività captativa dimostrativa dell’attività illecita di compravendita di voti è inutilizzabile quanto al reato di corruzione elettorale continuata che, pertanto, risulta anch’esso sprovvisto di prova”. Nulla di penalmente rilevante sarebbe quindi emerso durante le scrupolose indagini.
Gennuso non nasconde l’amarezza per una vicenda giudiziaria che ha influito sulla sua carriera politica. “Non vi è stata compravendita di voti, né collusione con la mafia, né riciclaggio di denaro. Io i mafiosi li ho sempre denunciati e fatti arrestare”.