Yacht pronti a fuggire da Siracusa, i ricchi vanno altrove: “Marina cafona e invivibile”
Vista dall’alto, la Marina di Siracusa è uno spettacolo. Il sole alle spalle, splendidi yacht da centinaia di migliaia di euro, la pietra bianca della banchina. Eppure è diventata la terra del tanto e del troppo. Tanta gente, tanti colori: e questo è bello. Solo che poi diventa troppo: troppo disordine, troppo baccano, troppa sporcizia, troppa arroganza.
Succede così che proprio quegli yacht che fanno bella la Marina oggi non vedano l’ora di lasciare Siracusa. Nelle ultime settimane, gli operatori del settore hanno collezionato una valanga critiche e note negative, come mai prima d’ora era accaduto. I danarosi ospiti che viaggiano a bordo delle lussuose imbarcazioni sono pronti a cancellare il porto di Siracusa dalle loro cartine nautiche. Una sorta di “addio ed a mai più rivederci”. E dire che una volta qui era di casa Giorgio Armani. Oggi è un coro in più lingue: “non si riesce a riposare”, “c’è troppa sporcizia”, “non c’è sicurezza” e via dicendo.
Parlare di declino è prematuro, ma il quadro non è più roseo come negli anni scorsi quando il quadro narrato era quello della Siracusa elegante e vip.
La Marina – proprio accanto agli yacht – è diventata il cuore di una movida confusa, caciarosa, disordinata e purtroppo cafona. E questo inevitabilmente cozza con le aspettative di un turismo di nicchia ed alto spendente come quello di chi viaggia in yacht.
“Di sera, la musica è sparata ad alto volume fino a notte fonda. C’è maleducazione imperante nella gente e pochissimi controlli. Al mattino, poi, è uno spettacolo indecoroso di bottiglie e bicchieri abbandonati in terra. Con un costante via vai di furgoni e mezzi, per ogni tipo di scusa ed attività che mortifica la presunta pedonalizzazione dell’area. E poi c’è anche chi spara fuochi d’artificio in banchina”, sintetizza l’agente marittimo Alfredo Boccadofuoco mostrando le crepe nella nuova pavimentazione (resa scura dallo sporco e dagli pneumatici) ed i resti di una batteria pirotecnica.
Si, la situazione è sfuggita di mano. I ricchi armatori cercano eleganza e relax oltre a bellezza e cultura. Divertimento, anche. Ma senza eccessi.
Al peso ordinario della disordinata movida, alla Marina si è aggiunto nelle scorse serate un festival di musica elettronica ed adesso anche dei gazebo per un ulteriore appuntamento cittadino. Una concentrazione che sarebbe eccessiva, secondo gli operatori marittimi. “Il porto non si può spostare, le altre cose invece possono farsi anche altrove”, il loro punto di vista che non è giudizio di qualità ma la il riflesso della semplice considerazione che non puoi fare di un porto turistico il centro della nightlife. A meno che tu gli yacht non li voglia più e quindi ben venga che vadano via con una pessima recensione su Siracusa.
Gli operatori del settore hanno manifestato il loro malcontento al sindaco Italia. Siracusa sembra voler abdicare alla sua qualifica di città d’arte, per consacrarsi ad un turismo sempre meno qualificato (e meno splendente). È una scelta destinata a premiare?
Da un anno, intanto, Ortigia aspetta le nuove regole promesse per riportare ordine. Ma di decoro e legalità forse nessun vuol davvero sentir parlare.
E intanto gli yacht sono pronti a mollare gli ormeggi. Riposto e Taormina ringraziano. A Siracusa restano il tunztunz ed i bicchieri da cocktail vuoti in terra.
Foto archivio (Christian Chiari)