Zes Unica, confronto a Priolo: “Comune pronto a supportare investimenti”
La Zes Unica del Mezzogiorno e le sue ricadute possibili sul territorio. Di questo hanno parlato al Palazzo Comunale di Priolo il sindaco Pippo Gianni, l’assessore ai Lavori Pubblici Tonino Margagliotti ed il segretario territoriale di CNA Siracusa Gianpaolo Miceli nel corso di uno specifico incontro. Partendo dal presupposto che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato il via alle istanze per il riconoscimento di un credito d’imposta fino al 60% per le aziende interessate ad investire in Sicilia, il territorio di Priolo sarebbe, in base a quanto emerso nel corso del confronto, un hub naturale per gli investimenti delle imprese ed in particolare delle PMI. La sola area di insediamenti produttivi di competenza del Comune ha, oggi, disponibilità per 60mila metri quadrati di superficie utili per nuovi investimenti.
La norma sulla ZES Unica prevede come agevolabili gli investimenti realizzati dal 1 gennaio 2024 al 15 novembre 2024, relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella ZES unica, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti ed effettivamente utilizzati per l’esercizio dell’attività nella struttura produttiva.
Sono agevolabili investimenti per un minimo di 200mila euro, nel limite massimo per ciascun progetto d’investimento di 100 milioni di euro. Le spese in opere murarie, poi, non possono superare il limite del 50% dell’investimento complessivo.
Le imprese beneficiarie devono mantenere la loro attività nella ZES unica per almeno cinque anni dopo il completamento dell’investimento.
Il sindaco Gianni e l’assessore Margagliotti hanno ribadito l’importanza dello strumento ma hanno altresì condiviso la necessità di “spingere il decisore politico nazionale a rivedere le condizioni di accesso alle agevolazioni, sia rispetto all’importo minimo di investimento sia rispetto il valore delle opere murarie che va necessariamente elevato almeno al 75% per sostenere le imprese che vogliono crescere realizzando un nuovo opificio”.
“La Cna – afferma Gianpaolo Miceli – si è molto spesa per l’istituzione delle ZES sin da quando queste erano circoscritte in aree ristrette del territorio, oggi vorremmo dare sostegno alle tante iniziative supportante le imprese con ulteriori strumenti anche cumulabili con quelli descritti. Siamo pronti a seguire le imprese interessate ma sentiamo la necessità di contestare la scelta di mettere un tetto minimo così alto agli investimenti (200mila euro) così come la condizione di limitare alla metà della spesa le opere murarie. In questo modo non si mette in condizione la piccola impresa di investire e per questo continueremo a chiedere una revisione della norma”.