Zona industriale di Siracusa, incontro col ministro Giorgetti: “Possibile superare lo stallo”
“Sono state gettate le basi per una positiva risoluzione delle problematiche legate all’area di crisi industriale della provincia di Siracusa”. E’ lo stringato commento che arriva al termine dell’incontro di questa mattina con il ministro Giorgetti. A raggiungere la sede romana del Ministero dello Sviluppo Economico sono stati il segretario regionale della Lega, Nino Minardo, il deputato regionale Giovanni Cafeo, Vincenzo Vinciullo ed il sindaco di Priolo, Pippo Gianni. Con loro anche l’assessore regionale Turano.
“Importante incontro per discutere principalmente dell’area di crisi industriale a Siracusa”, dice il segretario siciliano della Lega, Minardo. “La disponibilità e l’impegno del ministro Giancarlo Giorgetti sono stati totali e di questo lo ringrazio. Nei prossimi giorni al Ministero dello Sviluppo economico si insedierà un tavolo tecnico per individuare in tempi brevi una soluzione. Un’attenzione particolare verrà riservata, visti gli ultimi eventi, al polo industriale di Siracusa e Priolo ma senza trascurare le altre questioni aperte che riguardano la nostra regione a partire da Gela e Termini Imerese. In questa fase politica complessa e confusa noi lavoriamo per trovare e realizzare le soluzioni migliori che garantiscano i posti di lavoro, fermino la crisi e rilancino le aree industriali siciliane”.
“Il Ministro ci ha confermato che è assoluta priorità del Governo scongiurare una crisi degli stabilimenti sul territorio”, dice al termine Giovanni Cafeo. “Tutelare le circa diecimila famiglie, tra diretto e indotto, il cui destino è legato alle sorti del polo petrolchimico di Siracusa, rimane la nostra priorità che porteremo avanti anche nelle prossime settimane, continuando il dialogo con il Ministero. Le vicende internazionali si ripercuotono chiaramente sull’attuale situazione, ma sono sicuro che il lavoro di coordinamento procederà con rapidità”.
Soddisfatto anche il referente provinciale della Lega, Vincenzo Vinciullo. “Abbiamo indicato le possibili soluzioni che passano attraverso le concertazioni che si devono tenere sia a livello ministeriale, evidentemente con la partecipazione della Regione Siciliana, quanto a livello interministeriale, perché alle problematiche squisitamente locali, riferite alla provincia di Siracusa, adesso se ne sono aggiunte delle maggiori che interessano il livello internazionale, per cui è necessario il coinvolgimento dell’Unità di Crisi Interministeriale dal momento che, ancorché è delegato a seguire la vicenda, il solo Ministero dello Sviluppo Economico non può bastare, anche se ha ottenuto la delega da parte del Consiglio dei Ministri”.
Dalla prossima settimana si terranno degli incontri tecnici per superare tutte le difficoltà che fino ad ora sono state riscontrate da parte degli Uffici ministeriali, “per poter quindi applicare delle misure a sostegno della zona industriale della provincia di Siracusa”.
All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Priolo, Pippo Gianni. “Sono stati invitato come rappresentante istituzionale del territorio dall’assessore regionale Mimmo Turano”, chiarisce subito prima di ritrovarsi accostato alla Lega. “Abbiamo messo i problemi sul tavolo. Secondo me, l’interesse del governo a venire in aiuto c’è. Ma bisogna trovare i meccanismi. Settimana prossima dovrebbe tenersi un incontro tecnico proprio per questo motivo. Ribadisco che sulla vicenda Lukoil ho visto l’attenzione del ministro e del governo. E’ chiaro che questa è una fase in cui dobbiamo consolidare l’industria che abbiamo ed iniziare ad impostare la transizione energetica. Ho ricordato a Giorgetti che non siamo andati a Roma per piagnucolare, ogni anno come prelievo fiscale le nostre industrie versano milioni a Roma. Quindi niente elemosina”, chiosa Gianni.
Quanto al caso del depuratore consortile di Priolo, gestito da Ias, al ministro è stato chiesto un intervento legislativo. “C’è il rischio concreto che le industrie debbano chiudere e, di conseguenza, la problematica si accosta a quella dell’Ilva di Taranto e, quindi, è meritevole di una soluzione equivalente a quella che è stata attuata da parte del Governo, evidentemente con Decreto legge, per la zona industriale pugliese”, dice al riguardo Vinciullo.