Zona industriale, sciopero in Isab: "basta cassa integrazione". Lavoratori divisi
Braccia incrociate oggi per i lavoratori del gruppo industriale Isab. Sciopero proclamato dalle sigle sindacali unitarie contro quella che ritengono “un’iniquità di applicazione della cassa integrazione, che impatta e impatterà ancora di più nei mesi estivi sul salario dei lavoratori tutti e soprattutto giornalieri”.
Nei mesi scorsi, l’azienda aveva presentato il suo piano di contenimento delle perdite per il 2021, dopo lo shock economico collegato alla crisi covid ed al calo dei consumi. Tra le misure previste, la cassa integrazione a rotazione tra tutti i lavoratori e ad ogni livello, per evitare di dover ricorrere ai licenziamenti, in attesa della ripresa.
“La cassa integrazione, a nostro modo di vedere, non può sussistere con le mutate condizioni che vedono gli impianti quasi tutti in marcia, contrariamente alla condizione di impianti fermi in cui si trovava la
raffineria ai primi d’aprile”, scrivono i sindacati aziendali che lamentano anche la modifica in corsa di “ruoli, mansioni e orari di lavoro”.
Ma la presa di posizione dei sindacati divide, in realtà, gli stessi lavoratori Isab. Non ci sarebbe infatti stata una consultazione, prima della proclamazione dello sciopero. “L’azienda è in perdita e noi in cassa integrazione, forse non era il momento di una azione di questo tipo”, raccontano alcuni dipendenti che chiedono di rimanere anonimi.
Intanto, da fonti aziendali trapelano forti preoccupazioni per il futuro, con la ripresa che tarda a manifestarsi. Il governo, intanto, ragiona sulla possibile proroga del blocco dei licenziamenti che potrebbe portare a confermare ancora la misura della Cig.