Zona industriale siracusana: perchè è strategica, anche nei giorni del coronavirus
C’è un dibattito in corso da giorni sulla zona industriale siracusana. Ridurre o non ridurre attività e produzioni? In base alla sensibilità dei singoli, può cambiare la valutazione e la risposta. Ma cerchiamo di analizzare in maniera quanto più oggettiva possibile la questione, astraendo da compulsioni del momento.
Come primo passaggio, dobbiamo prima capire esattamente da cosa è costituita quella galassia produttiva che definiamo genericamente zona industriale di Siracusa. Ci sono le raffinerie e quindi la collegata attività di produzione, in primo luogo, di carburanti. Secondo gli ultimi dati di Confindustria, qui viene raffinato tra il 30 ed il 35% del combustibile nazionale. Ed è quello stesso combustibile che fa correre le ambulanze ed i mezzi di soccorso in queste giornate drammatiche. Permette ai tir carichi di derrate alimentare di far arrivare gli assortimenti nel supermercato sotto casa. Forze dell’ordine ma anche i cittadini autorizzati che compiono spostamenti per validi motivi, li realizzano con mezzi sospinti in un caso su tre da carburanti lavorati nel siracusano.
E vi siete mai chiesti da dove provengono i gas tecnici ospedalieri come l’ossigeno e l’azoto? Ebbene si, una buona parte dalla zona industriale siracusana dove opera con suo stabilimento Air Liquide. Ed anche la Sol produce gas medicali. La plastica monouso per gli ospedali, poi, arriva dalla Versalis.
Ed ancora, in giorni in cui si sottolinea l’importante ruolo di sanificazioni ed igienizzazioni, meglio se continue, è giusto ricordare che l’impianto Sasol pure di questo si occupa: detergenti e saponi per mezza Europa.
Completano il quadro poi la produzione di energia elettrica, combustibili per riscaldamento, il trattamento dei reflui urbani.
Ora forse si dispone di un quadro più dettaglio per poter valutare in maniera compiuta la strategicità delle produzioni industriali dell’area siracusana. Un osservatore attento noterà che rientrano tutte tra quelle che anche l’ultimo provvedimento governativo ha segnalato come “essenziali” per il sistema Paese.
Quanto ai provvedimenti per la tutela dei lavoratori, risultano seguiti i dettami dei vari dpcm. Per i dpi, si sconta la cronica carenza sul territorio nazionale. I sindacati chiedono di fare ancora qualcosa di più e alcune aziende – specie dell’indotto – hanno rallentato le loro attività. Ma questi impianti, per lavorare, hanno bisogno giornalmente di un indotto molto specializzato.
“Le nostre industrie non si possono fermare, ciò è ben noto a tutti. Le maestranze e le imprese dell’indotto che assicurano la corretta conduzione e manutenzione degli impianti, rappresentano il cuore pulsante dell’economia e lavorano applicando in pieno, con scrupolo e senso di responsabilità, le disposizioni del Ministero della Salute e del Governo, che allo stato attuale rappresentano una soluzione equilibrata”, ricordava nei giorni scorsi il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona.