Zona industriale, sono tornati i blocchi. Sulle modalità si divide il fronte operaio

 Zona industriale, sono tornati i blocchi. Sulle modalità si divide il fronte operaio

Criticata come antisindacale, lesiva di diritti, anticostituzionale. Eppure l’ordinanza anti-blocchi nella zona industriale siracusana viene rimpianta da qualcuno. E, sorpresa, non sono le grandi raffinerie ma i lavoratori di quegli impianti.
Sottotraccia c’è sempre stato una sorta di “fastidio” anche tra gli stessi operai diretti delle raffinerie. Ok lo sciopero, ok la solidarietà ma no all’imposizione della volontà di alcuni su tutti. Ma se prima della famosa ordinanza si cercava comunque di far buon viso a cattivo gioco, ora c’è chi si domanda se forse una regolamentazione di quella forma – per alcuni esasperata – di agitazione più o meno sindacale non sia necessaria.
“Oggi ho provato a recarmi a lavoro, ma non sono riuscito ad entrare in quanto mi è stato impedito. Alcuni lavoratori che protestavano mi hanno detto che non entrava nessuno. Ho insistito, gli ho detto che ero solidale ma che avevo bisogno di andare a lavoro. Non hanno voluto sentire ragioni, nulla”, racconta un lavoratore.
“Scaduta l’ordinanza prefettizia che vietava secondo alcuni legittimi diritti, mi ritrovo a scrivere da casa anziché essere a lavoro, perché qualcuno ha deciso per me. Qualcuno mi ha privato della mia libertà, impedendomi con la forza di andare a guadagnarmi il pane. Queste persone non manifestano pacificamente, ma usano la forza e privano gli altri delle loro libertà”, scrive alla nostra redazione un altro.
I blocchi di questa mattina, in effetti, hanno sorpreso nella tempistica anche alcune sigle sindacali. Giorno 15 in Prefettura è già in calendario una riunione con le grandi committenti, proprio sul caso ex Synergo. Una cosa è bene chiarirla subito: questi lavoratori hanno diritto a vedere il loro caso risolto. E’ stata sin qui una odissea mortificante, figlia di questi anni di crisi ed il cui costo è ricaduto per la maggior parte su di loro. Gli unici, è bene dirlo, che non avevano colpe in una vicenda in cui le commesse non sono mai venute meno ma ditte e stipendi purtroppo si.

 

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