Zona industriale, tornano gli scioperi: braccia incrociate in portineria, paure per il futuro
Due ore di sciopero questa mattina in zona industriale. I metalmeccanici aderenti alla Fiom Cgil ed alla Uilm Uil si sono ritrovati davanti alle portinerie sud e Igcc a partire dalle 8. Braccia incrociate fino alle 10, per richiamare l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, dopo l’ultimo incidente di due giorni fa, con due operai feriti (uno in terapia intensiva) ed un contuso. “Questa ennesimo incidente evidenzia le carenze di un sistema industriale che ogni giorno mette pericolosamente in discussione la sicurezza dei lavoratori.Non si può sottovalutare la preoccupante sequenza di incidenti e mancati incidenti che stanno caratterizzando in queste settimane il petrolchimico Siracusano e che evidenziano la necessità cogente di affrontare il tema della sicurezza”, si legge nella nota dei sindacati.
In un quadro di grande incertezza sul futuro prossimo di Isab-Lukoil e, di rimando, per l’intera zona industriale, irrompe anche il tema della sicurezza. E’ uno dei tanti segnali di tensione crescente nel polo petrolchimico aretuseo.
“Il nostro primo pensiero ai due lavoratori infortunati, ai quali oltre ad esprimere la nostra vicinanza auguriamo una completa guarigione. Ma quanto è accaduto e troppo spesso accade non è degno di un paese civile”, dicono i sindacati Recano (Fiom) e Miozzi (Uilm). “A tutti i lavoratori va garantito di tornare alla propria famiglia e alla propria casa una volta finito il turno di lavoro. Vanno individuate e messe in atto al più presto pratiche ed azioni che vedano prioritaria la sicurezza. Ancora una volta ribadiamo con forza che se si vogliono ridurre gli infortuni sul lavoro è necessario che la gestione della salute e della sicurezza diventi un elemento di qualificazione dell’azienda stessa”.
La prossima mossa dei sindacati, che chiamano committente e contraenti a maggiore attenzione, riguarda l’astensione degli operai dagli straordinari. Primi segnali di quella che da qui a breve potrebbe diventare una mobilitazione generale.