Siracusa. Sgominata la banda specializzata nel furto di sportelli bancomat: nove arresti, bottino da 200.000 euro
Nove persone sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Siracusa. Sgominata una banda dedita ai furti di sportelli bancomat. Il modus operandi era sempre lo stesso: con l’aiuto di escavatori, asportavano fisicamente gli sportelli bancomat dalle pareti degli edifici. Cinque i colpi di cui la banda sarebbe responsabile, tutti messi a segno in pochi mesi tra le province di Siracusa e Catania. In otto sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al compimento di furti e rapine. L’operazione è stata soprannominata Voragine proprio per via degli squarci enormi provocati durante i colpi. Un sesto furto è stato sventato a Villasmundo a novembre del 2016. Ingente il bottino su cui la banda aveva messo le mani: circa 200.000 euro, mai recuperati. I nove arrestati sono stati condotti in carcere a Cavadonna. Si tratta di Luca Rinaudello (Francofonte, 43 anni), Nicola De Luca (Lentini, 35 anni), Antonino Montagno Bozzone (Augusta, 28 anni), Andrea Mendola (Catania, 23), Salvatore Leonardi (Catania, 22 anni), Luca Agatino Ragonese (Catania, 34), Agatino Aparo (residente a Carlentini, 43 anni), Sebastiano Sambasile (Vizzini, 49 anni) e Angelo Condorelli (Catania, 28).
La complessa attività di indagine coordinata dal procuratore Fabio Scavone e dal sostituto Vincenzo Nitti ha permesso di smantellare un gruppo criminale ritenuto particolarmente “pericolo” e che si era specializzato in furti eclatanti quanto remunerativi. Presi di mira istituti di credito e postali di Francofonte, Villasmundo e Vizzini.
Importanti anche le intercettazioni e alcune immagini raccolte da impianti di videosorveglianza.
I nove erano altamente “specializzati”. Dopo un sopralluogo per calcolare anche gli eventuali tempi di reazione delle forze dell’ordine in base alle distanze tra banche e caserme, il gruppo passava all’azione rigorosamente tra le 3 e le 3.30 del mattino. Usavano escavatori cingolati per arpionare e sradicare gli sportelli Atm, poi posizionati su furgoni o mezzi pesanti. Trasportati in luoghi isolati, venivano scassinati senza far attivare i meccanismi standard di protezione.