La storia dimenticata in Ortigia: ammonimento dopo il terremoto del 1693, "voglio avvertire le genti d'avvenire…"
Quell’ovale lapideo racchiude l’atto di “rinascita” di Siracusa, dopo il devastante terremoto del 1693. Si trova su un portale di Ortigia, in via Cavour, al civico 57. Versa purtroppo in pessime condizioni, in parte coperto da cavi ed altro. Eppure la frase rimata in italiano volgare che il costruttore di quell’edificio volle consegnare ai posteri merita attenzione e memoria.
Era quella una Siracusa quasi azzerata dal terremoto ma capace nel breve volgere di tre anni di rimettersi in moto, ricostruita. Era il 1696 e quell’ovale lapideo ammonisce i posteri (noi compresi) sull’importanza di ricostruire e vigilare, magari per evitar sciacalli: “Io che dopo tre anni dal tremvoto sorgei, voglio avvertire per schermirsi da danni le genti d’avvenire, s’avvien che torni a vacillar la terra dale case fuggite ma sul destrutto suolo a guardar il tesor tornate in volo”.
Per l’associazione culturale Il Cenacolo, pochi i dubbi. Quello è davvero l’atto di rinascita della Siracusa post terremoto. Pertanto va quantomeno restaurato. Motivo per cui sono stati avviati i contatti ed i sopralluoghi congiunti insieme ai tecnici della Soprintendenza. Le spese di pulitura e restauro saranno coperte dall’associazione. Si parla di circa 2.000 euro. Lavori che saranno eseguiti da ditta specializzata e sotto il controllo diretto della Soprintendenza.