Finiscono in ospedale 3 agenti di Polizia Penitenziaria, ma l'autoconsegna non si ferma

 Finiscono in ospedale 3 agenti di Polizia Penitenziaria, ma l'autoconsegna non si ferma

Non si arresta la singolare protesta degli agenti di polizia penitenziaria all’interno del carcere di Cavadonna. Aumenta di giorno in giorno il numero degli autoconsegnati e cioè di agenti che decidono di non fare ritorno a casa dopo il turno di lavoro e restare all’interno della struttura carceraria. Pranzi e cene improvvisate, si dorme su divanetti o in auto. La E dopo 4 giorni, “la situazione sta diventando seria”, dice con rabbia il sindacalista Nello Bongiovanni. Tre agenti sono stati accompagnati in ospedale in ambulanza: due ad Avola, uno a Siracusa. “Accusano malori, tachicardia, pressione alta. La direzione del carcere, il Prap, il Dap e lo Stato tutto praticamente sono assenti. Ci ignorano. Noi però stiamo scrivendo una pagina storica di sindacato e di dignità”, dice ancora Bongiovanni.
Il segretario nazionale dell’Ugl Polizia Penitenziaria, Alessandro De Pasquale, segue da vicino l’evolversi della protesta siracusana. Sovraffollamento delle carcere, pochi agenti, scarsa sicurezza. Tutto amplificato a Cavadonna dall’apertura del cosiddetto nuovo padiglione. “Abbiamo inviato una lettera al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per invitarlo a prendere atto della situazione e a prendere opportuni provvedimenti in merito. La situazione è ormai insostenibile, non solo in questa città ma anche in altri Istituti, compresi quelli del Nord”, spiega.
“Vi è necessità – sottolinea De Pasquale – di potenziare le unità della Casa circondariale di Siracusa per fare fronte al sovraffollamento, così da instaurare turni equi, con orari confacenti alla salute delle agenti e degli agenti, assicurando il giusto riposo e restituendo dignità professionale a persone che svolgono il proprio lavoro sotto al limiti della sicurezza”.

 

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