Siracusa sogna la stagione dei concerti: la Regione apre il Teatro Greco, ma non è semplice
Sembrava essere uno dei più inviolabili tabù: la musica pop al teatro greco di Siracusa o, più in generale, i concerti. Ci sono state in passato rare occasioni in cui quel genere di spettacolo ha fatto irruzione tra le antiche pietre del Temenite. E nei vicini siti dell’anfiteatro romano e persino dell’ara di Ierone.
I “lacci e lacciuoli” della burocrazia sono sempre stretti verso un sito – il teatro greco – per il quale ha sempre vinto la cautela nella fruizione e conservazione.
L’avviso pubblicato dalla Regione, con il placet degli assessorati al Turismo ed ai Beni Culturali, sembra invertire la rotta. E apre, attraverso le manifestazioni di interesse, anche ai concerti al teatro greco di Siracusa.
Da qui ad immaginare una Taormina Due però ce ne passa. Non sarà così facile – per eventuali organizzatori- disporre del contenitore culturale datato V secolo a.C. Innanzitutto le manifestazioni di interesse dovranno essere corredate da schede progettuali che prevedono consenso dell’artista, specifiche dello spettacolo, ipotesi di incasso e pubblico presente. Poi, sarà una commissione ristretta a valutare spettacolo per spettacolo e di questo gruppo decisorio faranno certamente parte il Comune di Siracusa, la Fondazione Inda e la Soprintendenza.
“Non siamo contro i concerti al teatro greco ma occorrerà valutare con attenzione ogni singola proposta”, spiega l’assessore alla Cultura, Fabio Granata. “Il confronto con la Regione sarà rigoroso”, aggiunge suggerendo poi la possibilità di tornare ad utilizzare l’anfiteatro romano per spettacoli come concerti, balletti ed altro.
Mentre la fantasia dei siracusani più giovani vola verso chissà quale possibile concerto ed i più anziani riportano alla memoria le esibizioni al Temenite di Intillimani, Litfiba, Dalla-Morandi, Claudio Baglioni, Franco Battiato e pochi altri, va subito detto che Siracusa riuscirà verosimilmente ad ospitare due o tre concerti l’anno, al termine della stagione del teatro classico.
La collaborazione con la Fondazione Inda è determinante. Per allestire il teatro e consentire le sedute servono almeno tre settimane di lavoro e somme non indifferenti, parliamo di centinaia di migliaia di euro. Senza parlare del costo dell’impianto audio e delle luci. Un “peso” di partenza che renderebbe antieconomico anche il più grandioso dei concerti. Per rendere l’idea: a Verona come a Taormina, allestimento, luci e audio sono permanenti per tutta la stagione proprio per non incorrere in questo genere di problemi. La Fondazione Inda ha know how e risorse tali da mettere gli organizzatori di concerti nelle migliori condizioni di operare, anche a Siracusa. Ma bisognerà dialogare. Senza considerare che per le autorizzazioni bisognerà chiamare in causa di volta in volta la Commissione Pubblici Spettacoli, non il più “blando” degli adempimenti.
foto: Franca Centaro