“Aurora, quel banco rimarrà tuo”: lo straziante ricordo di una compagna di classe
“Una tragedia assurda, che ci ricorda quanto siamo piccoli e inermi. Anche oggi la campanella è suonata, anche oggi siamo andati a scuola. Sentivamo il bisogno di incontrarci, di stringerci di abbracciarci e piangere”. Alessandra, una compagna di classe di Aurora affida a Facebook uno sfogo profondo, quello di un’adolescente alle prese con un dolore improvviso, troppo forte, incomprensibile e incontenibile dopo l’assurda morte di “Auri”, in auto con il suo amatissimo Cristian e con la zia Rita. I funerali delle vittime dell’incidente di sabato notte saranno celebrati domani, alle 15, in Chiesa Madre. E ieri sera, Alessandra, ha voluto raccontare il primo giorno di scuola senza Aurora. “In via Rossini- racconta -oggi non eravamo solo una scuola, eravamo una comunità, una famiglia, persone in cerca di persone, La dirigente, una madre amorevole che non ha nascosto le proprie lacrime, nè la voce rotta”. Sospesa ogni attività didattica. “Avevamo e abbiamo il bisogno di non soffocare la sofferenza- racconta ancora Alessandra- ma non abbiamo chiuso i cancelli perchè abbiamo anche di bisogno di farci presenti e tornare celermente a fare i conti con quella che sarà una quotidianità nuova, scomoda, con degli spazi che rimarranno vuoti fisicamente ma che spiritualmente continueranno ad essere occupati”. E poi un riferimento alle parole di Padre Vizzini, che hanno toccato il cuore dei ragazzi, gli amici di Aurora, chi semplicemente la conosceva, ma che vanno dritto al cuore anche di chi non aveva idea di chi fosse. “Quello che ci frega è la solitudine. Prenderla di petto questa vita, guardiamo al futuro e alimentiamo le ambizioni, ma la vita non è nostra”. “Quel banco, Auri mia- si fa ancora più intenso il ricordo di Alessandra e di una tenerezza disarmante quanto commovente- rimarrà tuo, perchè studenti come te raramente si incontrano in decenni di carriera . Io ho avuto la fortuna di incontrarti presto e non sai quanto mi sei mancata oggi, perchè non trovavo il registro e, dopo averlo trovato e firmato, nessuno lo ha preso per portarlo giù. Ho atteso, ma non seri arrivata. Non sei uscita per ultima. Ho chiuso gli occhi e ti ho immaginata lì e imitando i tuoi gesti l’ho riconsegnato. TI attenderò domani, ti attenderò, ti attenderemo sempre. Questa è la verità”