Siracusa. “Nuovo ospedale, deve essere così…”: l’Ordine dei Medici detta le linee
Dieci punti per tracciare le linee guida da seguire nella realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa. A dettarle è l’Ordine dei Medici, attraverso il suo presidente Anselmo Madeddu. “Ma non entriamo nel merito della scelta dell’area, che rimane in capo all’istituzione comunale”, precisa subito. Anche se nella parte finale del documento si potrebbe anche leggere una bocciatura della Pizzuta, scelta dal Consiglio comunale. Ma procediamo con ordine.
Il primo punto parla di “Modularità e Flessibilità” in modo da considerare una eventuale promozione dell’ospedale verso il Dea di II livello (oggi è primo, ndr). Al secondo punto, la “priorità della idea progettuale rispetto al condizionamento territoriale”. Vale a dire che le scelte progettuali del nuovo ospedale di Siracusa “dovranno essere dettate dai Fabbisogni Sanitari, dalle scelte tecniche e dai più moderni ed aggiornati principi dell’edilizia ospedaliera e non potranno essere condizionate dalla scelta del terreno, ma viceversa”, spiega Madeddu.
Terzo punto di dieci, l’adozione delle linee guida per l’Edilizia Ospedaliera del CNETO (Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera). Al quarto, l’adozione degli indirizzi Agenas in tema di Edilizia Ospedaliera ovvero principi guida organizzativi, tecnici e gestionali per la realizzazione e gestione di ospedali ad alta tecnologia e assistenza.
L’ospedale dovrà essere pensato e realizzato per favorire lo sviluppo del cosiddetto “modello a cure integrate centrato sul paziente”. Un modello in cui l’organizzazione della struttura deve soddisfare le necessità del paziente e non più soltanto degli operatori. E questo è il punto 5.
L’Ordine dei Medici specifica anche nel suo documento che l’ospedale “dovrà essere concepito con le caratteristiche strutturali più idonee al suddetto modello, quali ad esempio lo sviluppo orizzontale, per ridurre al massimo l’impatto ambientale, favorire i percorsi integrati ed eliminare l’uso delle torri, ovvero l’organizzazione per blocchi funzionali (area dell’emergenza, piastra tecnologica, corpo delle degenze e della ospitalità alberghiera), oppure ancora l’adozione di soluzioni architettoniche tra le più moderne che consentano l’organizzazione dipartimentale, la flessibilità organizzativa e la progressiva espandibilità di moduli e posti letto” (punto 6).
Nella parte finale del decalogo, la previsione delle aree minime di supporto (elisoccorso, centrale tecnologica con riserva idrica, parcheggi dedicati e aree a verde attrezzato con viabilità interna).
“Per realizzare questo tipo di ospedale moderno e funzionale è necessario prevedere pertanto una superficie complessiva compresa tra i 150.000 e i 180.000 mq, comprensiva degli spazi dedicati alla mera struttura ospedaliera (almeno 90.000, ndr) e le aree di supporto, prevedendo altresì che il nosocomio sia ben servito dalla viabilità urbana, extraurbana e territoriale”, si legge al punto 8. Che vale come implicita bocciatura dell’area scelta dal Consiglio comunale alla Pizzuta che non possiede simili caratteristiche.
Per i medici, il nuovo nosocomio deve avere valenza provinciale intesa come target geografico di riferimento. “Oggi l’Ospedale del capoluogo ospita ben 10 specialità non presenti negli altri ospedali della provincia e dunque programmate per le necessità dell’intera provincia (Malattie Infettive, Pneumologia, Oncologia, Nefrologia, Chirurgia Vascolare,Urologia, Neonatologia, Radioterapia, Medicina Nucleare e Pet-Tac, Anatomia Patologica). Inoltre altre 3 specialità previste soltanto a Siracusa sono fondamentali nell’economia della già esistente rete
provinciale per l’Emergenza: l’Emodinamica (fondamentale nella Rete per l’Infarto), la Stroke Unit (fondamentale nella Rete per l’Ictus), e la Terapia Intensiva Neonatale (fondamentale nella rete per l’Emergenza Neonatale e dei Punti Nascita)”.
Il decalogo si chiude parlando di “caratteristiche orografiche, geomorfologiche ed economicità dell’area da individuare”. Devono essere le migliori possibili.