Muddica: l’ex segretaria, “isolata e criticata per essere dalla parte della legalità”
Il procuratore Fabio Scavone l’ha definita “baluardo di legalità”. Loredana Torella è l’ex segretario generale del Comune di Melilli. Schiena dritta, non ha svenduto la sua funzione al “potere politico”, come invece avrebbero fatto altri dirigenti dell’ente secondo il gip del Tribunale di Siracusa negli atti dell’indagine Muddica. Ai domiciliari sono finiti il sindaco Giuseppe Carta e l’assessore ed ex vicesindaco Elia.
Loredana Torella, 40 anni, nata a Messina, una laurea in Giurisprudenza, ha fatto una cosa semplice quanto “sorprendente”: ha avuto rispetto delle sue funzioni e delle regole. Ed in una durissima relazione, scritta a luglio 2018, ha messo nero su bianco le “numerose e ripetute irregolarità” emerse nei controlli a campione di alcuni atti amministrativi del Comune di Melilli. Motivo per cui invitava i responsabili “ad attenersi rigorosamente a quanto contenuto nel verbale nella redazione dei prossimi atti”. Una raccomandazione che, da quanto emerge dall’indagine, non sarebbe stata tenuta in nessun conto.
Anzi, è stata messa alla porta al termine di un Consiglio comunale del 29 luglio scorso, poche settimane dopo la sua relazione (7 luglio, ndr) che evidenziava qualcosa di poco lineare in alcuni atti amministrativi del Comune di Melilli. In tutta fretta venne revocata la convenzione a scavalco che ha destinato, di fatto, la Torella in servizio nel catanese e via da Melilli. “Serve un segretario generale a tempo pieno”, aveva argomentato Carta. Parole che suonano oggi come una scusa.
“Oggi provo una profonda tristezza”, ci racconta al telefono. “Spero di non vivere mai più una esperienza professionale come quella avuta in 8 mesi a Melilli. Il clima è sempre stato pesante nei miei confronti. Mi hanno isolata, controllata, criticata…”, si sfoga la segretaria generale. “Mi hanno tenuta fuori anche dal Consiglio comunale. Sceglievano le date in cui non ero a Melilli per convocare le sedute. Ma tenere la schiena dritta non è difficile, non richiede coraggio. Per me, almeno, non è stato difficile. Ma bisogna sempre studiare, formarsi e saper leggere le carte”, dice ancora Loredana Torella.
Dell’indagine non era a conoscenza. Ha scoperto tutto ieri, leggendo i giornali. “Sono comunque sorpresa dai provvedimenti della magistratura. Speravo che i diretti interessati tenessero in considerazione i miei rilievi ed invece, niente”. E’ stata anche lei ascoltata dai magistrati siracusani, a luglio. L’attività di indagine era già partita a marzo. Il suo giudizio sulla vicenda è chiaro. “Ho l’impressione che non fosse presente a tutti la distinzione tra attività politica e gestione della cosa pubblica. Arroganza ed ignoranza in questa storia? Forse, a più livelli. Una maggiore formazione, anche tra dipendenti e dirigenti aiuterebbe in questi casi”, il consiglio della determinata Torella.
Che regala un’ultima, interessante considerazione. “In 8 mesi a Melilli non si è firmato un solo contratto di appalto. Solo proroghe, affidamenti a tre mesi, mancate rotazioni negli inviti e negli affidamenti. Eppure il Comune era già monitorato dall’Anac…”.