Siracusa. Tutti contro Carmela Floreno, accerchiata la commissaria ex Provincia
Tutti contro Carmela Floreno. La commissaria straordinaria della ex Provincia Regionale di Siracusa è riuscita a mettere d’accordo una solitamente litigiosa politica siracusana. Da Enzo Vinciullo a Paolo Ficara fino ad arrivare a Stefania Prestigiacomo: piovono critiche aspre e pesanti all’indirizzo della ex prefetto. E perfino richieste di dimissioni ed il sospetto che, nella vicenda Sac, abbia giocato per interessi più filo governo regionale che siracusani. Anche questo, purtroppo, è il risultato di sei anni di commissariamento. E il sospetto trova qualche elemento di appiglio in scelte non esattamente chiare, come aver presentato per il cda della società che gestisce l’aeroporto Fontanarossa un professionista catanese in quota Siracusa (25% delle quote scoietarie).
“La dottoressa Floreno ha perpetrato l’ennesimo oltraggio nei confronti di un territorio che dovrebbe tutelare e invece sembra disprezzare”, tuona l’ex ministro Prestigiacomo. “L’indicazione da parte del Commissario della ex Provincia di Siracusa di un avvocato di Catania come candidato per il consiglio di amministrazione della Societa Aereoportuale di Catania, poi nemmeno votato, è inaccettabile, vergognosa e pone pesanti interrogativi. Chi ha passato questo nome alla Floreno? È stata una sua autonoma scelta? O forse ha ricevuto ordini da qualcuno? Saremmo grati se ci spiegasse come e perchè ha compiuto questa scelta”, insiste la parlamentare azzurra. “Ci dica perchè ha ritenuto che nessun siracusano fosse degno di essere indicato alla Sac. L’esito del suo magistrale operato è che Siracusa non sarà rappresentata da nessuno, nemmeno da un catanese nella società dell’aeroporto Fontanarossa, di cui deteniamo una rilevante quota. Questa è l’ennesima rapina ai danni della nostra provincia e conferma che Floreno è inadeguata e dannosa per il nostro territorio”.
Anche Prestigiacomo chiede le dimissioni della commissaria e chiede l’intervento del governatore Musumeci: “intervenga sollecitamente, altrimenti accrediterebbe in prima persona il sospetto che davvero la Regione consideri Siracusa solo il bancomat di Catania sia economicamente che politicamente”.