Siracusa. Incompatibilità o inconferibilità, forse decadenza: caos nomina Fontana

 Siracusa. Incompatibilità o inconferibilità, forse decadenza: caos nomina Fontana

Potrebbe non bastare l’annunciata rinuncia al ricorso presentato al Tar nel 2018 per evitare l’uscita dalla giunta dell’assessore Maura Fontana. Anzi, secondo una rigida interpretazione, in giunta oggi non ci sarebbe neanche più un assessore all’Urbanistica. E questo perché trascorsi i dieci giorni concessi dalla normativa per “sanare” la posizione di incompatibilità dopo l’insediamento, si decadrebbe dalla carica. E dal 16 settembre ad oggi quel termine è ampiamente scaduto.
Ma secondo alcune letture a Maura Fontana sarebbe stata addirittura inconferibile la carica, al momento della chiamata in giunta. Materia per giuristi. Le norme si sovrappongono e tra legge statale e legge regionale i passaggi si complicano. Per l’amministrazione comunale è comunque una bella grana.
Da Palazzo Vermexio filtra una certa fiducia, nonostante tutto. Ci sarebbe una giurisprudenza più elastica sui termini, poi non così perentori. Ma il caso politico è servito, con tutto il contorno di imbarazzi vari ed assortiti. Senza considerare che nella formula di giuramento siglata al momento dell’insediamento, ogni assessore dichiara l’assenza di motivi di incompatibilità.
La coda di interrogativi è lunga: sono validi gli atti di giunta siglati anche dalla Fontana? Sono validi gli atti e i provvedimemti emanati dall’assessore Fontana? La Fontana è ancora assessore all’Urbanistica?
Trovare le risposte esatte non è semplice per lo stesso Palazzo Vermexio. Riunioni e consultazioni telefoniche avviate dalla serata di domenica scorsa non hanno ancora chiarito tutti i dubbi. Si attende il rientro a Siracusa del segretario generale per capire il da farsi, in un paradossale clima da fermi tutti che rischia di paralizzare una settimana intera della macchina amministrativa.
Quale è la “colpa” di Maura Fontana, nominata assessore con delega all’Urbanistica? Negli anni scorsi ha presentato, da cittadina, ricorso al Tar di Catania contro la Soprintendenza e nei confronti del Comune di Siracusa per l’annullamento del Piano Paesaggistico e, prima, osservazioni contrarie all’istituzione della riserva della Pillirina.
E’ una storia che parte da lontano, dal 2011, quando presentò una variante – per utilizzo a fini turistici – al progetto di realizzazione di quattro unità residenziali in contrada Massoliveri. L’intervenuta adozione del Piano Paesaggistico apportò sull’area il livello di tutela 3 e pertanto da quel momento, per gli uffici pubblici, andava rivista la concessione precedentemente rilasciata.
Posizione non condivisa da Maura Fontana che – legittimamente – presenta prima delle osservazioni (respinte dall’Osservatorio Regionale, ndr) e poi nel 2018 ricorso al Tar.
Ora però l’articolo 10, comma 4 della legge n.31/86 stabilisce che tra le cause di incompatibilità dei pubblici amministratori (tra cui anche gli assessori comunali) figura l’avere “lite pendente, in quanto parte in un procedimento civile od amministrativo, rispettivamente, con la Provincia o il Comune”.
Ed a voler allargare la questione, il quesito potrebbe non riguardare strettamente solo l’incompatibilità dell’assessore Fontana ma allargarsi sino a toccare la delicata questione del Prg e della Siracusa del futuro (che passano dal suo assessorato, ndr): vale ancora come caposaldo il “cemento zero” promesso in campagna elettorale o si apre alla revisione dei vincoli paesaggistici?
Anche questo de busillis, capirete, diventa interessante all’interni stesso della maggioranza. E pericolosamente sdrucciolevole per i protagonisti, diretti ed indiretti.

 

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