Dove costruire il nuovo ospedale: è una partita (con tifosi) tra la Regione e il Comune
Ma ora che alcuni dei grossi nodi relativi alla costruzione del nuovo ospedale sono risolti, chi deve scegliere dove costruirlo? E dove?
Iniziamo dall’ultima domanda. Ancora nel luglio del 2017 il Consiglio comunale di Siracusa rinnovava la scelta della Pizzuta. Una scelta superata dagli eventi. Il nuovo ospedale è un grande Dea di II livello, con 420 posti letto, struttura modulare, pista elisoccorso e servizi accessori che richiedono una estensione ben diversa rispetto a quella lì disponibile. E poi c’è l’indicazione oramai universalmente accettata secondo cui, essendo una struttura sovracomunale, deve essere vicina alle grandi vie di comunicazione. E la Pizzuta proprio non lo è.
Allora restano tre possibilità: nelle immediate vicinanze dello svincolo della SS 114 – A 18; contrada Pantanelli, nell’area dove il Prg aveva immaginato il nuovo stadio; contrada Tremilia, lungo la provinciale 77 a 700 metri dall’incrocio con via Bandini.
La super-perizia commissionata dall’Asp di Siracusa aveva indicato quest’ultima come la più adatta. Ma le polemiche roventi seguite, in particolare circa l’esistenza di vincoli derivanti dall’istituzione del parco archeologico, hanno convinto l’Azienda Sanitaria a disporre ulteriori approfondimenti tecnici su tutte le quattro aree individuate. E’ questione di giorni, forse settimane, prima di avere qualche certezza in più. E’ ipotizzabile che, questa volta, non si assisterà al solito cordone di polemiche e distinguo dopo l’individuazione della nuova area dove costruire l’ospedale. Avere ottenuto il Dea di II livello con valenza di bacino e 420 posti letto “placa” fiere opposizioni.
Semmai ci sarà da litigare sulla procedura da seguire per la scelta della nuova area. In via ordinaria, dovrebbe provvedere il Consiglio comunale di Siracusa con una variante ordinaria. Tempi mediamente lunghi e rischio “imboscate” sempre dietro l’angolo. Ci sarebbe allora l’alternativa tutt’altro che remota di un’approvazione del progetto in variante, direttamente da parte della Regione. L’assessorato regionale Territorio e Ambiente può avocare a se la procedura, in quanto progetto sovracomunale. Tempi più spediti ma completo esautoramento del civico consesso siracusano. Da destra e da sinistra invocano il ricorso a questa procedura. Lo ha fatto il centrodestra locale in maniera esplicita. Ma anche il deputato regionale Giovanni Cafeo (Pd) propende per questa soluzione, “dopo vent’anni poco produttivi di politica siracusana”. E ancora prima era stato il Movimento 5 Stelle ad immaginare la possibilità. Chi non è assolutamente d’accordo è, comprensibilmente, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, che non può certo permettere l’uscita dalla scena del Comune in un passaggio storico o quasi.