Floridia. Limoli lascia e attacca tutti: “volevo dichiarare default, me lo hanno impedito”
“Me ne vado sereno”. Lascia senza rimpianti Giovanni Limoli. Si è dimesso da sindaco di Floridia a poche ore dalla discussione in Consiglio della mozione di sfiducia. Niente rimpianti ma qualche critica, quella si. “Ho trovato una situazione finanziaria disastrosa. I debiti che mi hanno lasciato ammontano a circa 7 milioni di euro e la Corte dei Conti vuole vederci chiaro. La situazione, dal punto di vista contabile, è drammatica. È chiara ed evidente la incapacità finanziaria di chi mi ha preceduto e che si è espressa nel pre-dissesto nel nostro comune”.
Ma a zavorrare la sua sindacatura sarebbe stata soprattutto la politica. “Già nel primo consiglio comunale, per la poltrona di presidente, ho perso 6 consiglieri. Dopo ne ho persi altri. Il nome del presidente del Consiglio era stato suggerito da Salvo Burgio, con cui mi sono alleato dopo il primo turno: non l’avessi mai fatto. Quando Burgio si è dimesso mi ha creato notevoli problemi all’interno della maggioranza, soprattutto con il Gruppo Gennuso. Da lì è nata una situazione politica oggi insostenibile. Lo stesso Burgio, nonostante avesse una minoranza all’interno del suo gruppo, ha scelto di far votare la mozione di sfiducia, tradendomi e sposando l’azione dei perdenti alle scorse elezioni. La mia esperienza amministrativa si sta concludendo troppo precocemente. I miei avversari hanno paura, perché sto amministrando bene il mio paese. La cosa più disastrosa è che il commissario che si insedierà dichiarerà il dissesto finanziario. Volevo farlo anche io ma non mi è stato permesso”.