Dopo 80 anni, "riemerge" dalle profondità la sfortunata storia dell'idrovolante Z.506/B

 Dopo 80 anni, "riemerge" dalle profondità la sfortunata storia dell'idrovolante Z.506/B

Dai fondali del mare siracusano riemerge dopo 78 anni la storia dell’idrovolante Cant Z.506/B. Il relitto è stato ritrovato nelle profondità del grande blu dal diver Fabio Portella, assistito dal suo team specializzato. Portella e la sua squadra sono ormai noti in tutta la Sicilia per il loro prezioso contributo alla ricerca ed al ritrovamento di relitti ed antichità. Anche in questo caso, grazie ad un certosino lavoro condotto anche sulla terraferma, con ricerche presso l’archivio storico dell’Aeronautica Militare di Roma, è stato possibile ricostruire le vicende del mezzo e del suo equipaggio che si inabissò nel marzo del 1942, poco distante da Murro di Porco.
“Era un mezzo adibito al soccorso in mare e infatti, dei cinque membri dell’equipaggio uno era l’assistente l’infermiere”, racconta oggi Fabio Portella, pronto a presentare il nuovo risultato dei suoi studi. “Il 23 marzo 1942, per ordine del Comando dell’Aeronautica della Sicilia, partirono da Augusta due Cant Z.506/B appartenenti alla 612a squadriglia. Il loro incarico era quello di ricercare i superstiti di un aereo Savoia Marchetti 79 precipitato in mare a 205 miglia a sud di Capo Passero. I due idrovolanti rientrarono anticipatamente a causa delle proibitive condizioni atmosferiche. L’indomani, il Cant Z.506/B partì alle 13.40. A bordo c’erano due piloti, il radiotelegrafista, l’infermiere ed il motorista”.
Le ricerche si protrassero a lungo, oltre il limite massimo di autonomia del mezzo. A causa del forte vento, ritardò di 90 minuti il rientro e si ritrovò senza carburante. “L’aereo ammarò nei pressi di Capo Murro di Porco alle 20:30, al buio e con il mare in burrasca. L’impatto fu molto brusco, tanto da fare affondare l’aereo”, spiega oggi Fabio Portella.
Dei cinque componenti dell’equipaggio, quattro furono recuperati l’indomani mattina, dai mitraglieri della Guardia Confinaria di Ognina. Erano i due piloti (maresciallo Gaetano Di Franco e Sergente maggiore Salvatore Ruggeri), il radiotelegrafica (aviere scelto Ottorino Garro) e l’infermiere (aviere scelto Luigi Pierelli). L’aviere scelto motorista Ezio Braccini, di Fabriano, fu invece dichiarato disperso. Aveva 23 anni.
Dei superstiti dell’aereo Savoia Marchetti 79 non si seppe più nulla. “L’indomani, un altro idrovolante avvistò tre naufraghi su un battello pneumatico, a circa 110 miglia a sudest di Capo Passero. Non potè recuperare i naufraghi per le avverse condizioni marine. Non è stato chiarito se fosse o meno l’equipaggio del SM 79 e quale sia stato il loro sfortunato destino”, rivela dopo un attento studio Fabio Portella.

Nel composit foto: al centro il relitto individuato, a destra Fabio Portella, sotto uno degli idrovolanti in servizio

 

Potrebbe interessarti