Siracusa. Rivolta dei detenuti a Cavadonna: lenzuola a fuoco e cancelli distrutti
Lenzuola date alle fiamme, brandine scagliate contro i cancelli, un’intera ala pesantemente danneggiata. Rivolta ieri sera nel carcere di Cavadonna. Se ne sono resi responsabili nella tarda serata di ieri circa 70 detenuti, dopo avere appreso delle nuove direttive del Governo in merito alla sospensione dei colloqui dei familiari per via dell’emergenza Coronavirus. Momenti di altissima tensione-erano le 23,30- con la polizia penitenziaria, all’interno, carabinieri e polizia all’esterno, impegnati a contenere la situazione. Una rabbia esplosa con violenza, arredi danneggiati, porte di sicurezza sfondate, cancelli distrutti, racconta Nello Bongionvanni del Sippe, il sindacato della polizia penitenziaria. Il timore ad un certo punto è stato quello di un’evasione di massa. Le forze dell’ordine hanno cinturato il penitenziario, impiegato anche un elicottero dei carabinieri per controllare dall’alto. Il mezzo è rimasto in volo fino a notte fonda. Momenti di tensione anche nell’istituto penitenziario di Augusta, a Brucoli ,dove una quarantina di detenuti avevano mostrato l’intenzione di avviare un’azione simile a quella di Siracusa e di molte altre carceri italiane.”Fortunatamente nel caso di Augusta- spiega Bongiovanni- la situazione è stata subito sedata, senza che potesse degenerare. I detenuti devono accettare quanto è previsto per tutti in queste settimane. Sono restrizioni legate alla tutela della salute pubblica e valgono per le persone libere come per chi è sottoposto a misure restrittive. Episodi gravissimi come quello di ieri sera dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, che il nostro sistema penitenziario è vittima di serissime falle, che non mettono nemmeno gli agenti penitenziari nelle condizioni di svolgere in sicurezza il proprio lavoro. Solo la bravura dei colleghi, la capacità di non creare muro contro muro, ha scongiurato il rischio che la rivolta provocasse situazioni ancor più problematiche, magari con feriti.