Siracusa. E mentre si celebra l'assemblea provinciale, i renziani tornano a chiedere le dimissioni della Castelluccio
Se il Pd “ufficiale” – quello della segretaria Castelluccio – prosegue nella sua riorganizzazione, il Pd “ombra” – quello dei renziani – non rinuncia alle barricate. Assenti all’assemblea provinciale, tutti gli esponenti locali della corrente che fa capo al segretario nazionale, ad eccezione di Michelangelo Giansiracusa. Il sindaco di Ferla ha però una ragione particolare per intervenire in assemblea, su delega di quella parte che con l’assenza marca distanza e differenza: chiedere le dimissioni del segretario. “Fare un passo indietro, oggi, carissima Carmen, significherebbe volgere lo sguardo verso l’alto. Verso le istanze del nostro tempo e delle nostre comunità”, dice rivolgendosi direttamente alla Castelluccio. “Lo scollamento tra la nostra rappresentanza nelle Istituzioni e la realtà è sempre più evidente”, dice ancora Giansiracusa. Che poi ripercorre davanti all’Assemblea tutte le polemiche che hanno preceduto e seguito la campagna per le primarie. “La volontà di partecipazione di centinaia di democratiche e democratici è stata, gravemente, frustrata e bloccata sul nascere”, torna ad accusare prima di esprimere “massima fiducia negli organi di garanzia del nostro partito, in primis la Commissione Nazionale di Garanzia che si esprimerà sul ricorso presentato e dovrà pronunciarsi sulla legittimità del congresso”. Ai renziani andrebbe bene anche il commissariamento, già chiesto dai lettiani. “Non era una provocazione, ma un’opportunità di governare un cambiamento che si impone, oggi più che mai, come una sfida ineludibile e di farlo sulla base di una rappresentatività reale e non falsata”, le parole di Giansiracusa.