Parrucchieri ed estetisti, il lockdown aumenta l'abusivismo: "problema sociale e sanitario"
Sono oltre mille le imprese attive in provincia di Siracusa in questo particolare segmento, con poco più di tremila dipendenti. Numeri che, come denuncia Cna, rischiano di precipitare per effetto del prolungamento del lockdown per la categoria che non potrà riaprire se non dal primo giugno. “Il protrarsi del lockdown rappresenta un durissimo colpo per acconciatori, parrucchieri e centri estetici con il rischio reale di una perdita di oltre il 50% delle imprese a seguito dello stop prolungato”.
Una condizione che torna ad alimentare l’esercizio abusivo della professione. “Parliamo di migliaia di operatori non regolari, senza alcuna posizione Iva, né previdenziale, che si recano presso le abitazioni di persone e senza i necessari presìdi di sicurezza. Un fenomeno che rappresenta una autentica bomba epidemiologica oltre ad essere intollerabile per chi opera regolarmente e nel rispetto di tutte le norme vigenti”, spiegano Innocenzo Russo e Giampaolo Miceli, rispettivamente presidente e vice di Cna Siracusa.
“Questo fenomeno va affrontato con estremo vigore perché rappresenta un fortissimo rischio per le nostre comunità, per i nostri cittadini, svilendo il lavoro regolare e professionale di tantissimi imprenditori che stanno già investendo, non poche risorse, per garantire il rispetto di tutti i protocolli di sicurezza e la massima
salubrità dei locali per collaboratori e clienti”.
Torna allora attuale il progetto di Cna “Imprese Vere”, dal quale sono scaturiti specifici protocolli d’intesa con alcune amministrazioni comunali, con una serie di collaborazioni finalizzate alla segnalazione degli abusivi ai servizi di Polizia Municipale dei Comuni. Contro l’abusivismo, a tutela delle imprese vere, Cna Siracusa chiede un argine in tutti i centri della provincia per evitare il colpo di grazie a quelle attività rispettose delle norme anche in una fase complessa come quella del prolungato lockdown.