Siracusa. Riapertura di parrucchieri, estetisti, ristoranti: "Troppi interrogativi, poco tempo"

 Siracusa. Riapertura di parrucchieri, estetisti, ristoranti: "Troppi interrogativi, poco tempo"

“L’apertura il 18 maggio di ristoranti, parrucchieri ed estetisti è una buona notizia a metà”. L’apertura del Governo alle richieste dei presidenti delle Regione e dei rappresentanti di categorie, affinchè la ripartenza di questi settori fosse anticipata rispetto alla data inizialmente prevista del primo giugno è salutata con una soddisfazione al 50 per cento dalla Cna. Gianpaolo Miceli ne parla in maniera chiara e ne spiega le ragione. “E’ vero che abbiamo lottato in maniera violenta per ottenere questo risultato, ancora non messo nero su bianco- spiega- ma restano troppi interrogativi. I principali riguardano l’assenza, al momento, di regole, che saranno contenute nei protocolli promessi entro venerdì, quindi un attimo prima di riavviare le attività. Troppo poco tempo a disposizione per potersi adeguare alle disposizioni”. Miceli ricorda che “si tratta di segmenti particolare, che vanno gestiti con grande acume. Molto dipenderà dai comportamenti, per evitare che riparta l’ondata di contagi e avere poco tempo per organizzare la garanzia delle misure di sicurezza non è di certo un buon segnale”. Nel caso di parrucchieri e centri benessere “è evidente che non si potrà mantenere la distanza minima di un metro. Si, invece, a guanti e mascherine- nelle previsioni di Miceli- Si agirà piuttosto sulla riduzione delle presenze contemporanee all’interno dei locali e sull’aerazione”. L’aspetto aria condizionata può rappresentare un limite, secondo quanto alcuni esperti hanno spiegato. L’utilizzo di climatizzatori, infatti, agevolerebbe la trasmissione se non si utilizzano i dispositivi di protezione personale. Sempre “si”, invece, a finestre e porte aperte. Altro tema spinoso: la sanificazione. “In questo genere di attività occorrerà garantirla in ogni postazione di continuo- prosegue il vice presidente di Cna Siracusa- Se ne occuperanno, con i prodotti previsti, gli stessi operatori, ovviamente”.

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La Cna è fortemente critica su alcuni aspetti della legge. “Il fatto che contrarre il Covid-19 sul posto di lavoro equivalga a infortunio sul lavoro non è una previsione corretta- spiega- Si va sempre a pesare sugli anelli più deboli come può essere una piccola impresa”. I ristoranti potrebbero dover usare quanto più possibile gli spazi all’aperto. Proprio su questo aspetto la Cna sta avanzando ai sindaci dei 21 comuni della provincia una proposta. Il progetto si chiama “a cielo aperto” e riguarda la richiesta di modifica momentanea dei regolamenti comunali, azzerando tasse locali , a partire dal suolo pubblico. Coinvolto anche l’ordine degli Architetti, “per evitare che lo sviluppo dei locali all’aperto possa tradursi in una cashba”. Improbabile l’utilizzo di plexiglass. Le palestre, invece, rappresentano un caso a se stante. “Sono luoghi chiusi, non sempre dotate di impianti di aerazione adeguate, in cui la gente si muove e suda. Saranno probabilmente le ultime attività ad aprire- spiega Miceli- Ma aprire tardi vuol dire ripartire in pratica dopo la stagione estiva, visto che nel frattempo , con le alte temperature, le attività sportive si spostano come sempre all’aperto. Le Asd si ritrovano spesso in una situazione particolarmente difficile dal punto di vista economico”.
Progetto cielo aperto da proporre ai 21 sindaci per una modifica momentanea dei regolamenti comunali, azzeramento suolo pubblico di tassazione locale e anche con l’ordine di architetti per evitare che si crei una cashba.

 

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