Siracusa. "Manca il pronto soccorso pediatrico, la vita dei nostri figli in mano ad una sanità lacunosa". Il racconto di Cetty Vinci
Difficile, a volte troppo, accettare che delle presunte lacune del sistema sanitario locale debbano ricadere sui cittadini, specialmente se i pazienti in questione sono dei bambini. Non fa notizia il fatto che l’ospedale “Umberto I” di Siracusa non sia dotato di un pronto soccorso pediatrico. Cetty Vinci, consigliere comunale e presidente dell’associazione “Genitori a vita” racconta a SiracusaOggi un episodio che l’ha riguardata da vicino. “Ho vissuto, in questi giorni, un’esperienza davvero sconcertante. Parlo di quanto accaduto al piccolo Damiano, ma potrei parlare allo stesso modo di Sonia, Riccardo ed altri piccoli che hanno dovuto fare ricorso alle cure dell’ospedale Umberto I di Siracusa. E’ impensabile – dice d’un fiato – che una struttura ospedaliera come la nostra non disponga di un pronto soccorso pediatrico 24 ore su 24. Ci sono dei servizi, il sabato e la domenica, ma questo non è sufficiente per garantire le esigenze di bambini che vanno adeguatamente accolti e assistiti”.Damiano, bimbo di quasi un anno, avrebbe avuto lo scorso sabato, di mattina, un problema respiratorio. “Per chi lo ha visitato bastava del paracetamolo per risolvere il problema- prosegue Cetty Vinci- E invece a casa il bambino è peggiorato. E’ stato nuovamente accompagnato in ospedale il giorno seguente. Questa volta gli è stata riscontrata una faringite. Nuovamente a casa. La sua crisi respiratoria si è aggravata- sostiene ancora la presidente dell’associazione “Genitori per sempre”- Per la terza volta Damiano è tornato all’Umberto I . Ha una broncopolmonite”. La protesta di Cetty Vinci, a cui si aggiunge quella delle madri di altri piccoli ricoverati nel reparto di Pediatria vuole essere “un grido d’allarme perchè le emergenze sanitarie sono queste. Non so se si tratti di carenza d’organico, come qualcuno mi ha spiegato- conclude – e comunque pretendo, da cittadina, la massima attenzione, in special modo quando i pazienti sono dei bambini così piccoli. Su questo non possono esistere nè spiegazioni, nè giustificazioni”.