Siracusa. Movida e controlli: chiudere prima i pub in Ortigia? Il Comune ci pensa, "extrema ratio"
Le immagini degli assembramenti in Ortigia nel fine settimana e la pressione dell’opinione pubblica spingono verso il ritorno di provvedimenti restrittivi. La movida siracusana rischia allora di arrestarsi, questa volta non per colpa del coronavirus ma per via della poca responsabilità mostrata verso le uniche due restrizioni vigenti: distanza di sicurezza e uso di mascherine dove richiesto.
“Stiamo valutando dei provvedimenti, ma vorrei non dover emetterli. A meno che non sia proprio costretto perchè non più evitabili”, dice in proposito il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. E il riferimento è a quanto già avvenuto in altre città, con ordinanze che dispongono la chiusura anticipata delle attività commerciali o il divieto di vendita di alcolici oltre un certo orario.
“Sarebbe molto facile chiudere il discorso così, ordinanza e via. Ma non posso scaricare tutto sui commercianti che finalmente hanno potuto avviare attività tenute chiuse per mesi. Comprendo anche le ragioni dei più giovani a cui torno a chiedere, però, comportamenti responsabili. Il frutto di questi atteggiamenti, a cui abbiamo assistito in questi fine settimana, li vedremo tra due settimane. Di certo nessuno vuole tornare al lockdown. Quanto avvenuto è troppo estremo. Nel prossimo weekend ci sarà maggiore repressione”, anticipa il sindaco di Siracusa. E se la situazione non dovesse migliorare, a quel punto diventerebbe giocoforza impossibile evitare ordinanze di chiusura anticipata di pub e simili.
Quanto ai controlli, “ci sono e sono serrati” assicura Italia. “Ma poi che si fa? Multe a chi non ha mascherina? Sulla base di quale legge? Multiamo i ragazzi perchè sono fuori da una attività commerciale? Rendiamoci conto che la gestione di questi fenomeni è complessa e non dipende dal Comune. Ne ho parlato con il prefetto Giusy Scaduto e ne approfitto per ricordare che il dispositivo dei controlli avviene sotto l’ottimo coordinamento della Prefettura. A Palazzo Vermexio stiamo valutando provvedimenti, ma solo come extrema ratio. Siate responsabili”.
“Noi sindaci siamo stati lasciati soli dal governo di fronte a situazioni complesse da gestire. Da un lato si dice torniamo alla vita normale, dall’altro si mantengono restrizioni. Da un lato si dice aprite negozi e attività, dall’altro però assembramenti vietati. Come chiedere – conclude il sindaco Italia – ad una intera generazione di non stare insieme dopo 60 giorni di lockdown?”.