Cassibile, la baraccopoli e l'allarme ordine pubblico: Gentile, "no rapine ma serve attenzione di tutti"
Da Cassibile alcuni residente lanciano l’allarme ordine pubblico, collegandolo alle presenze di migranti nella baraccopoli all’ingresso sud. Segnalazioni di diversi episodi che sarebbero avvenuti nella frazione sono poi finite sui social ed in una nota dell’ex presidente della circoscrizione, Paolo Romano. Ma l’assessore al dialogo interculturale, Rita Gentile, spegne ogni polemica sul nascere. “Secondo fonti istituzionali, non si sono verificate nel territorio rapine e per quel che attiene la commissione di furti, quest’ultimi non risultano attribuibili ai lavoratori stagionali della baraccopoli”.
La Gentile da una lettura politica di queste prese di posizione. “Appare strano che in questo momento storico in cui si registra, dopo vari decenni di silenzio, un forte interessamento di tutte le istituzioni verso la ricerca di progetti sostenibili e praticabili, si inviino messaggi che alimentano un malcontento con notizie che non trovano riscontro”. non è però un mistero che un forte disagio abbia preso a circolare tra i residente di Cassibile. “Il disagio che vivono per altri atti denunciati nel documento (urinare in luogo pubblico o schiamazzi in stato d’ebrezza, ndr) e che rientrano fra le sanzioni amministrative, non sono sottovalutati dall’amministrazione comunale. Lo dimostra il fatto che da circa due anni, assieme al sindaco, Francesco Italia, stiamo lavorando per restituire dignità a queste persone riconoscendo, di conseguenza, il disagio della popolazione che risente dei tanti problemi legati alla presenza di un campo informale limitrofo al centro abitato”.
Sul problema di Cassibile l’amministrazione procede a fari accesi. “Continuo ad essere fermamente convinta che tutti dobbiamo, ognuno per la nostra parte, continuare a mantenere viva l’attenzione su Cassibile. Le istituzioni dialoghino in maniera serrata affinché le progettualità promesse si possano trasformare in servizi e in azioni vere; e si prosegua con decisione nel contrasto al caporalato, allontanando il sospetto che la raccolta dei nostri prodotti sia macchiata da forme indegne di sfruttamento ad opera di una comunità che, al contrario, è aperta all’integrazione”.