Rete Antirazzista alla baraccopoli di Cassibile, donate tende e sacchi a pelo. "Piaga caporalato"
Del caso Cassibile si dibatte da anni. Toni accesi nelle ultime settimane, con segnalazioni da una parte e dall’altra. Difficile convivenza tra residenti e gli stranieri accampati nella baraccopoli all’ingresso sud della frazione. Si tratta di braccianti agricoli, impegnati stagionalmente nei terreni della zona sud della provincia di Siracusa.
In attesa di interventi concreti dopo tavoli, appelli e confronti, continua il solito andazzo. Da Cassibile, alcuni residenti lamentano episodi fastidiosi, oltre la decenza. “Non c’è un problema di ordine pubblico”, spiegava nei giorni scorsi l’assessore Rita Gentile. Ma il fastidio, o il disagio, rimane – a quanto pare – tra i cassibilesi.
Intanto, in occasione della giornata mondiale del rifugiato sono arrivati da Catania i volontari di Africa Unita. Si sono diretti verso la baraccopoli di Cassibile, dove hanno distribuito decine di tende e sacco a pelo.
“La stragrande maggioranza dei migranti che arrivano a Cassibile è regolare con il permesso di soggiorno ma, non essendo riconosciuto loro il diritto di lavorare nel rispetto delle norme contrattuali, vengono spinti verso il lavoro irregolare con il rischio di perdere il permesso di soggiorno, grazie a leggi vergognose”, si legge in una loro nota. “Se venisse rispettato il contratto di Lavoro – continuano da Africa Unita – l’assunzione di manodopera dovrebbe essere eseguita tramite gli uffici preposti, il salario orario netto dovrebbe essere di 6 euro e venti, sei ore e trenta minuti la giornata lavorativa, spese logistiche, di trasporto e materiale di lavoro a carico del datore di lavoro. Ma nella pratica il collocamento è sostanzialmente in mano ai caporali e ai subcaporali, in base alle varie etnie; costoro gestiscono anche i trasporti e trattano salari differenziati. Se vuoi lavorare – l’ulteriore accusa che arriva dalla Rete Antirazzista Catanese – devi comunque essere in grado di riempire quotidianamente almeno 100 cassette, ognuna del peso di 20/22 chili. E’ drammatico che ciò si ripeta ogni anno in una terra dove 52 anni fa ci furono eroiche lotte bracciantili che riuscirono a debellare a livello nazionale le piaghe delle gabbie salariali e del caporalato e che ad Avola costarono la vita ad Angelo Sigona ed a Giuseppe Scibilia”.
Nei giorni scorsi, anche l’assessore alla legalità del Comune di Siracusa, Fabio Granata, aveva invitato ad una verifica delle condizioni contrattuali degli immigrati e di quali fossero gli imprenditori agricoli che se ne servono. “Avranno di sicuro luoghi decenti dove ospitarli e che non siano delle baracche in uno spazio pubblico”, la posizione di Granata contrario alla stabilizzazione della baraccopoli a Cassibile.