Vittorio Sgarbi a Siracusa per il Caravaggio: "il dipinto trasportabile, prima Roma poi Rovereto"
L’atteso appuntamento del Maniace inizia con trenta minuti di ritardo. Al tavolo dei relatori non c’è il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Per l’amministrazione è invece presente l’assessore Fabio Granata. Assente anche il senatore Candiani, impegnato a Roma. Poi tutti presenti, dall’assessore regionale Samonà all’esperta Silvia Mazza e, su tutti, Vittorio Sgarbi.
Bisogna attendere oltre un’ora prima che il presidente del Mart di Rovereto prenda la parola, dopo una serie di interventi tecnici e non esattamente da conferenza stampa.
Sgarbi ripaga l’attesa servendo le notizie attese sul Seppellimento di Santa Lucia in rapida sequenza. Dalle sue condizioni al prestito in Trentino, dalla trasportabilità del dipinto alla realizzazione di una copia perfetta.
“Ritorno sui miei passi e ridò vita al progetto”, annuncia riferendosi a quel video di alcuni giorni fa in cui diceva di rinunciare al Caravaggio di Siracusa.
“Io sono un giocatore di scacchi. La mia era una mossa. Me ne volevo andare: ne avevo trovati altri 6 di Caravaggio”, spiega oggi forte anche del parere del direttore dell’Istituto Centrale del Restauro, arrivato dopo due giorni di verifiche tecniche alla Badia. “Chiudendo ogni polemica, lui dice che il quadro è trasportabile e che le sue condizioni sono discretamente buone. Ha bisogno di manutenzione, da fare però nel laboratorio di Roma perché lì ci sono gli strumenti e le giuste condizioni. Qualcuno non voleva Rovereto? Il Caravaggio dovrà comunque andare a Roma”, taglia corto Vittorio Sgarbi.
Ma il Caravaggio, a sentire il parere di quanti invitati a prendere la parola nella sala ipostile del Maniace, a Rovereto andrà. Quando? “Dopo la sosta a Roma e la scannerizzazione per la realizzazione di una copia digitale, probabilmente ad ottobre sarà a Rovereto”, risponde Sgarbi a precisa domanda. “Dovrebbe tornare a Siracusa, alla Borgata, per la festa di Santa Lucia. Ma questo dipende anche da quanto ci vorrà per la fabbricazione della teca protettiva”. Per tutto il periodo in cui il Caravaggio sarà a Rovereto, arriveranno in cambio dal Mart opere del 900, tra cui anche De Chirico. Saranno esposte al Bellomo o in altro luogo che verrà ritenuto idoneo dalla Soprintendenza.
“Ci sono 350mila euro stanziati per una finalità, quella di un ente pubblico che aiuta un altro ente pubblico per la collocazione nella chiesa della Borgata del Caravaggio”, dice ancora Sgarbi. Vanno risanati gli ambienti, installate giuste misure di allarme e realizzata una teca protettiva. A sentire il presidente del Mart, tutti quegli interventi paiono inclusi nello stanziamento dell’istituzione trentina. “È un progetto nato mesi fa e il presidente Musumeci ne era al corrente da tempo. Ho anche fatto un sopralluogo nei luoghi del Caravaggio, incluso il sepolcro alla Borgata. La Badia è sede due volte impropria: in primo luogo, perché non è la sua; ed in secondo luogo perché copre il Guinaccia”, racconta ancora il critico d’arte. “Un orrore nascondere per 15 anni il Guinaccia in nome della star Caravaggio”.
Ai punti, Sgarbi ed il Mart si portano in vantaggio, appuntandosi al petto anche il merito di aver riportato d’attualità il Seppellimento di Santa Lucia, secondo molti finito “parcheggiato” in attesa di miglior sorte alla Badia.