Da mercoledì obbligo di mascherina e stretta anti-assembramento: ma chi controlla?
Da domani entra in vigore in tutta la Sicilia l’ordinanza regionale che dispone l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto (se non si è soli o con propri congiunti) e vieta gli assembramenti su piazze e pubbliche vie.
Ma se i precetti non saranno accompagnati da un dispositivo di adeguati controlli, sono destinati a rivelarsi un flop. Una norma su carta, priva di qualsiasi utilità. Perchè, come hanno segnalato anche gli esperti, la percezione del rischio covid si è molto abbassata in Sicilia ed il solo appello al buon senso ed alla responsabilità individuale rischia di risolversi in un buco nell’acqua.
Il vicepresidente di Anci Sicilia, il canicattinese Paolo Amenta, parafrasando un vecchio slogan pubblicitario, sottolinea come “prevenire è meglio che curarsi in un sistema ospedaliero siciliano molto fragile”. Però i sindaci del siracusano allargano le braccia. Le misure di prevenzione obbligatorie vengono si condivise e caldamente appoggiate ma, senza risorse, non possono essere allestire servizi di controllo ad hoc. La palla passa allora alla Prefettura che a Siracusa, come nelle altre province isolane, può coordinare questo tipo di attività, d’intesa con i vertici provinciali delle forze dell’ordine.
Confidando che tutto attorno regga anche l’obbligo di registrazione per chi arriva dall’estero, con il test rapido in porti e aeroporti.