Il Caravaggio domani a Rovereto, dopo restauro a Roma. A Siracusa in arrivo una copia
In attesa dell’originale, arriverà prossimamente a Siracusa una copia esatta del Seppellimento di Santa Lucia. Il dipinto arriverà domani a Rovereto, dove sarà il pezzo “forte” della mostra organizzata dal Mart, “Caravaggio. Il contemporaneo”. La copia fedele all’originale è destinata alla chiesa di Santa Lucia alla Badia, in piazza Duomo, dove fino a poco tempo fà era conservato ed esposto il grande quadro, opera del Merisi.
La copia è stata realizzata a Madrid, subito dopo l’intervento di restauro soft avvenuto nei laboratori dell’Icr, l’istituto centrale del restauro,a Roma. Due porzioni del dipinto hanno infatti evidenziato la necessità di una manutenzione attenta, al termine della quale è stato nuovamente scannerizzato, al fine di realizzare una copia esatta che “fotografi” esattamente, e ad oggi, lo stato di conservazione dell’opera.
In precedenza, ricorderete, erano stati realizzati dei rilievi a Siracusa, sempre dalla stessa società che ha realizzato questa copia: la Factum Arts. Quelle scansioni e quelle “foto” ad altissima definizione danno vita ad una seconda copia ancora. Quest’ultima verrà esposta al Mart, in dialogo con l’originale. Si tratta tecnicamente di una copia “intermedia”, realizzata prima di questo ultimo intervento dell’Icr.
Proprietario di entrambe le copie è il Fec, il Fondo Edifici di Culto. Per realizzare le copie sono stati utilizzati i fondi riconosciuti come loan fee dal Mart di Rovereto allo stesso Fec, ci spiegano fonti interne all’istituzione culturale trentina.
Il contributo totale per l’operazione Caravaggio è di 130 mila: 100 iniziali, poi aumentati di ulteriori 30mila. In una prima fase si era parlato di cifre ben diverse: 350mila euro. In quella somma era stata considerato anche l’acquisto di un clima box per la conservazione del dipinto nella chiesa della Borgata dove è atteso a partire dal 13 dicembre. Ad ipotizzarne l’utilizzo era stato, nel 2006, il Centro Regionale per il Restauro. Ma l’idea è stata scartata dall’Istituto Centrale di Roma perché considerata “arma a doppio taglio”. Per il corretto funzionamento di un clima box servono infatti un monitoraggio costante e fondi subito pronti per la manutenzione, altrimenti rischierebbe di “collaborare” paradossalmente al degrado dell’opera.