Siracusa. Covid, il vice presidente dell'Ordine dei Medici: "I nostri ospedali rischiano il collasso"
“Una situazione critica nel nostro territorio, con gli ospedali che non possono accogliere pazienti che sarebbe bene tenere ricoverati e che vengono rimandati a casa anche con polmoniti acclarate, perchè serve garantire i casi ancor più gravi”. Il vice presidente dell’Ordine dei Medici, Giovanni Barone non nasconde la sua preoccupazione, come l’Ordine dei Medici nazionale sta rendendo chiaro nelle scorse ore. “In Sicilia siamo messi male quanto gli altri- prosegue Barone- Faccio l’esempio della provincia di Ragusa, che versa in una situazione di criticità estrema, soprattutto nell’area di Vittoria” ma non si ride nemmeno nella nostra provincia. Un problema anche di organizzazione. “Il territorio- tuona Barone- non è stato coinvolto nei cosiddetti tavoli di concertazione e criticità”. Per quanto concerne la Medicina di Base, Barone assicura che “ci siamo organizzati bene. Il sistema regge, ma reggerà fino a quanto la pressione non sarà eccessiva. Se dovesse diventarlo, servirebbero più energie e più persone, aspetto che manca. A rischiare di scoppiare è pertanto la struttura ospedaliera, che si riempie”. Alcuni problemi sarebbero ancora irrisolti. “Mancano i dispositivi, ad esempio, per poter andare a casa dei pazienti in dimissioni protette. Solo le Usca possono farlo”. Barone torna poi sul mancato allestimento di un Covid Center a Siracusa, un errore a suo parere. “Sono state, inoltre, distolte risorse dai rispettivi reparti. Si tratta di medici, magari otorini o oculisti, cooptati per essere impiegati in reparti Covid nonostante la loro specificità sia del tutto differente- continua- Stiamo piangendo venti anni di errori e di mancati investimenti”. Il vice presidente dell’Ordine dei Medici ricorda come , dopo il lockdown, in provincia si sia arrivati a contagi “zero”. “Forse è l’unica strada da tornare a percorrere- conclude Barone- e mi chiedo come si possa ancora dare voce a persone senza competenze che continuano a negare l’esistenza del virus o comunque la serietà del problema”.