Resort no, abitazioni civili alla Pillirina si: ok della Soprintendenza al progetto di Elemata
Un resort no, ma abitazioni civili alla Pillirina si. C’è il parere positivo della Soprintendenza di Siracusa alla richiesta presenta da Elemata per lavori di riqualificazione di un lotto costiero di Punta della Mola. I lavori prevedono il restauro ed il consolidamento dei fabbricati esistenti, con il fermo divieto di utilizzarle come case vacanze. Elemata è la stessa società che, anni addietro, aveva presentato un progetto per la costruzione di un resort extralusso proprio alla Pillirina, provocando una mobilitazione del mondo ambientalista ed una serie di carte bollate e giudizi pendenti al Tar. Con questo parere positivo, a proposito, viene meno il presupposto alla base del procedimento ancora in corso al tribunale amministrativo di Catania, per il precedente parere negativo.
Il progetto presentato è centrato sul “recupero dei fabbricati esistenti” e “prevede una serie di operazioni che dovrebbero garantire il recupero statico degli immobili senza interferire con il sottosuolo”. Non è prevista altra destinazione d’uso diversa da quella di “abitazione”. Quanto alle cosiddette “opere ipogeiche” realizzate durante la Seconda Guerra Mondiale all’interno della batteria “Emanuele Russo”, ricadente nella zona di intervento, non è previsto in questa fase alcun intervento. In caso, la Soprintendenza di Siracusa ha anticipato la necessità di un progetto ad hoc che “presenti una scala di analisi più dettagliata”. I presidi bellici sotterranei furono realizzati durante la Seconda Guerra Mondiale tagliando e ingrandendo le tombe a pozzetto verticale scavate nella roccia.
Ogni variante, anche minima , “dovrà essere sottoposta alla preventiva autorizzazione”. E in caso di lavori difformi o incompatibili con la tutela archeologica, provocherebbero lo stop alle operazioni. Fonti vicine ad Elemata liquidano tutta la vicenda come “banale ristrutturazione” che però provoca subito la levata di scudi dell’ambientalismo che non è disposto a credere ad un intervento di pura conservazione e tutela dell’esistente.
A dare fuco alle polveri è Natura Sicula, una delle anime di Sos Siracusa. “Per il Piano Paesaggistico l’area interessata ha il massimo livello di tutela, quindi la ristrutturazione è consentita esclusivamente per motivi conservativi, senza praticare movimenti di terra, aumenti di volume e cambio di destinazione d’uso. Visti i legittimi fini di lucro della società, e l’insistenza con cui la stessa vorrebbe realizzare un resort in un’area ormai iscritta al Piano regionale Parchi e Riserve, è assolutamente illogico ipotizzare che il parere sia stato richiesto solo per musealizzare la batteria militare che nel corso della seconda guerra
mondiale controllava l’accesso al porto. C’è qualcosa che non torna…”, dice avanzando più di un sospetto Fabio Morreale.
Critiche anche alla Soprintendenza di Siracusa. “Il parere è stato rilasciato dallo stesso ente che ha redatto e dovrebbe tutelare il Piano Paesaggistico”. Morreale evidenzia le tante contraddizioni burocratiche e lamenta un atteggiamento di tutela del patrimonio “a corrente alternata, in base al soprintendente di turno”. Per Natura Sicula, “il Plemmirio è un dono della natura che appartiene a tutti, non ci arrenderemo all’idea che possa diventare appannaggio di pochi eletti”. E’ però giusto anche ricordare che oggi quelle aree sono interdette per il rischio di cedimenti e crolli. Per il dissesto idrogeologico in atto nella stessa zona, però, nessuno si mobilita.