Arte e natura, in bici o in treno: ecco PassIblei, l'ambizioso progetto finanziato dal Mims
Il ministero della Mobilità Sostenibile ha inserito tra i progetti finanziabili con fondi Pac 2014/2020 anche PassIblei. Interessate le province di Siracusa e Ragusa, con i loro centri patrimonio Unesco nel Val di Noto, le città d’arte e le loro aree naturalistiche. A spiegare nel dettaglio il progetto è il parlamentare Paolo Ficara (M5s) che ne ha seguito le diverse fasi, fino al finanziamento. “Si tratta di un ambizioso Circuito del Barocco, un sistema integrato di mobilità turistica e ricreativa a cavallo della province di Siracusa e di Ragusa. PassIblei segue l’itinerario della vecchia ferrovia che, sul versante montano, è in parte in disuso e può quindi essere convertito in green way ovvero in itinerario ciclabile. Immaginate l’incredibile paesaggio degli Iblei da attraversare lungo quel percorso con servizi nelle ristrutturate stazioni esistenti, oggi in disuso ma veri gioielli dell’architettura passata”, dice con entusiasmo Ficara. “E questo itinerario poi si collega, nella parte pedemontana, con la tratta ferroviaria in esercizio, garantendo l’itermodalità negli spostamenti attraverso l’utilizzo di due mezzi diversi: la bici e il treno”. Per lo sviluppo della progettazione integrata sono stati concessi dal Mims 1,4 milioni di euro.
La parlamentare ragusana Marialucia Lorefice (M5s) evidenzia alcune caratteristiche del tracciato di PassIblei. “Combina perfettamente le sempre maggiori richieste di turismo a vocazione naturalistico-ambientale con quelle culturali. In bici o con il treno, vivendo esperienze ricercate, diventerebbe possibile raggiungere i centri storici del barocco delle province di Siracusa e di Ragusa, patrimonio Unesco. Un modo nuovo di vivere il Val di Noto – continua Lorefice – rispettoso di ambiente e territorio”.
Attraverso la green way e il treno, in uso combinato, PassIblei metterebbe in contatto Siracusa, Noto, Ispica, Pozzallo, Scicli, Modica, Ragusa Ibla, Palazzolo Acreide, Pantalica e poi ancora le riserve del Ciane e di Cavagrande, di Vendicari e di Cava d’Ispica. “Tutto senza utilizzare auto, bus o ingolfando strade ed autostrade. Un turismo meno di massa e più ricercato che rappresenta oggi una sempre più crescente fetta di mercato. E solo con questi sistemi integrati di mobilità sostenibile la Sicilia può davvero valorizzare le sue risorse naturalistiche ed architettoniche senza eguali”, concludono Ficara e Lorefice. “Riteniamo giusto complimentarci con gli uffici impegnati sin qui nella progettazione e quindi con il Libero Consorzio di Ragusa, capofila, e con quello di Siracusa, per la qualità del lavoro svolto e proposto al Ministero”.